Marc Marquez, da sempre, ha in calendario tre appuntamenti più o meno fissi con il gradino più alto del podio: Sachsenring, Aragon e Austin. Piste tortuose e sinistrorse che, a maggior ragione dopo l’incidente, sono l’ideale per lo spagnolo ancora in difficoltà con la spalla destra. Negli altri due appuntamenti, nonostante la forma fisica non ottimale e una moto poco competitiva, Marc è stato in grado di vincere in Germania e di chiudere al secondo posto ad Alcaniz anche se, va detto, con un Bagnaia meno in forma avrebbe potuto vincere anche in Spagna.
Al COTA (Circuit of the Americas), Marc arriva quindi al suo terzo appuntamento stagionale col podio. Lui ci crede, ma senza illudersi: “Ho vinto tanto qui ma adesso è diverso” anche perché agli altri non manca certo la motivazione per vincere. Il primo a volergli rovinare la festa probabilmente sarà Pecco Bagnaia, che può sfruttare il motore della Ducati su di uno dei rettilinei più lunghi della stagione ed ha trovato il modo per far scorrere la Desmosedici in curva. Poi, certo, c’è Fabio Quartararo, uno che (con 48 punti di vantaggio) ha dichiarato di pensare solo a vincere la gara, non al campionato. Aggiungici almeno un’altra Ducati (tra Bastianini, Martin, Miller e Zarco c’è poco da stare tranquilli) e una Suzuki ed ecco che le cose sono già radicalmente diverse rispetto al passato.
Se Marquez farà male ad Austin si parlerà di crisi?
Forse qualcuno lo farà, ma sarebbe sbagliato. La moto non è cresciuta come le altre - questo è il mantra che ripetono i piloti Honda - e le condizioni fisiche dell’8 volte iridato restano complicate, senza considerare che i rivali sono sempre più maturi. Marc Marquez quindi può correre serenamente, ben consapevole che un buon risultato sarà comunque positivo in una stagione così difficile. Anche perché, a ben vedere, Austin è un tracciato impegnativo, pieno di cambi di direzione che richiedono un grande sforzo fisico per impostare le traiettorie.
Poi si tornerà a Misano prima e a Portimaõ poi, per concludere come da tradizione a Valencia. Più che una crisi se non dovesse farcela quindi, sarà un’ottima occasione per ritrovare morale in vista del 2022, quando Marc tornerà a correre per vincere un mondiale. Sulle altre piste, almeno sulla carta, sarà più difficile.