In Indonesia la colpa è ricaduta sulle gomme e anche Marc Marquez ha raccontato che ogni volta che ha provato a spingere ha rischiato di cadere o è caduto, fino al volo che gli è costato la gara e il riacutizzarsi della diplopia. L’otto volte campione del mondo, però, non ha nascosto, dopo il GP delle Americhe, che, al di là degli pneumatici e di quanto successo a Mandalika, è preoccupato per la moto che Honda ha messo in pista in questa stagione. Una RC213V che sembrava promettere bene, ma che poi nelle prove decisive ha mostrato tante criticità. Non è un caso se oggi Honda, il costruttore che ha vinto di più nella storia recente della MotoGP, si ritrovi miseramente ultima nella classifica dei costruttori. Perché è vero che gli altri tre piloti non sono fenomeni, ma è altrettanto vero che anche chi non è un fenomeno quando la moto va forte qualche punto lo fa. Invece zero, o poco più di zero.
Su quali siano gli aspetti da migliorare sulla RC213V nessuno sembra avere le idee chiare, tranne Marc Marquez. E a raccontarlo è stato suo fratello Alex: “Secondo Marc c’è un comportamento strano dell’anteriore che poi condiziona tutta la guida, ci sta lavorando con i tecnici e penso che a breve sarà proprio Marc a capire insieme a loro come risolvere tutti i nostri guai”. Qualcosa di molto simile, ma con parole più politiche e probabilmente anche più furbe, l’ha detta anche lo stesso Marc Marquez, lasciando intendere di aver già elencato a Honda le criticità della moto e le cose da correggere. Una sorta di “letterina dei desideri”, come ironizziamo nel titolo, che è già sul tavolo degli ingegneri giapponesi. “Soffriamo di alcune debolezze – ha affermato – sappiamo di cosa si tratta e dobbiamo solo capire come intervenire. È vero che Pol se la cava bene su alcuni tracciati, così come Nakagami, ma dobbiamo migliorare, perché dobbiamo essere competitivi su tutti i circuiti ed essere in grado di fornire costantemente buone prestazioni”.
Riuscirci in fretta potrebbe essere la chiave per raddrizzare una stagione che si prospetta già deludente, con Marc Marquez che contestualmente sta lavorando sul suo fisico per ritrovare la migliore forma. Se anche Honda riuscirà a raggiungere lo stesso obiettivo con la moto, allora il titolo mondiale tornerebbe ad essere un obiettivo non impossibile, visto che i primi in classifica non sono a una distanza siderale. “Ho spinto a Austin e spingerò anche a Portimao – ha concluso Marquez – In Texas, avendo un gran feeling con quella pista, ho potuto capire ancora meglio i punti deboli della moto. Ora dobbiamo scoprire quale livello possiamo raggiungere sui circuiti europei. Non siamo a un livello in cui possiamo lottare per la vittoria in ogni gara. Ho messo una vera pressione sugli ingegneri Honda. Ho detto: se vuoi vincere o almeno essere competitivo nelle prossime gare, devi impegnarti di più in questo e in quello”.