Marc Marquez che torna ai box, slaccia un guanto e scompare dietro le paratie. E’ l’immagine di una sconfitta? No. E’ l’immagine di una vittoria: la vittoria del buon senso e anche la vittoria del coraggio. Perché il coraggio è anche quello di ammettere quando non si può, quello che consente di riconoscere il limite e, davanti ad esso, provare a oltrepassarlo o rischiare di violentarlo. Marc Marquez, perché è così che fa un pilota, quel limite l’ha sfidato.
C’ha provato e di questo deve rendergli l’onore anche chi non lo tiferebbe nemmeno se fosse l’ultimo motociclista del pianeta. Ma non tifare Marc Marquez non può e non deve significare cancellare i suoi meriti, quelli di un ragazzo che è attualmente il più forte in circolazione e che, in questi giorni, ha tentato qualcosa di epico. Qualcosa che sarebbe finito sulle pagine di storia. Ma oggi non c’è niente di cui rammaricarsi, perché, lo ripetiamo, oggi abbiamo assistito, tutti, ad una vittoria: del buon senso e del coraggio. Non è, invece, la vittoria della paura come i soliti noti dei social - più simili ai peggiori ultras delle peggiori curve del calcio che ad appassionati di moto – già hanno iniziato a commentare. E pure quelli che già vedono in Marc Marquez il bambino viziato che quando non può vincere nemmeno partecipa farebbero bene a tapparsi la bocca.
Oggi all’Angel Nieto Circuit di Jerez della Frontera un otto volte campione del mondo, destinato a battere ogni record, ha preso forse per la prima volta pubblicamente coscienza di essere un umano. Di avere un cuore grande e altrettanto grande coraggio, ma anche limiti. Quelli no, quelli non sono grandi. Perché chiunque di noi comuni motociclisti della domenica avrebbe nei suoi panni, anzi nelle sue bende post intervento chirurgico, già fatto il classico, scontatissimo e odiosissimo post sui social con la consueta frase “per me stagione finita”. Per Marc Marquez, invece, non è finito nulla e probabilmente oggi inizia una nuova carriera: da fenomeno incosciente a fenomeno coraggioso.
Non serve stare a sottolineare che domani potrebbe comunque presentarsi in griglia. E’ vero che il regolamento glielo consentirebbe, partendo dall’ultima posizione, ma questa volta va bene così. Gli eroi sono belli finchè restano umani e proprio perchè sono umani.