“Sto cercando di forza il mio stile di guida per adattarlo meglio alla moto e soprattutto per non soffrire fisicamente, mi rendo conto di guidare in modo strano” – Marc Marquez non nasconde di essere preoccupato, ma non ha alcuna intenzione di di non metterci del suo per raddrizzare una carriera che è diventata povera di vittorie dopo quel maledetto giorno di luglio a Jerez, nel 2020. La spalla gli crea problemi, lo ammette lui e lo hanno notato tutti quelli che vivono il paddock, ma arrendersi è qualcosa che non fa parte del dna dell’otto volte campione del mondo.
Lo ha ribadito anche ieri, ospite de LaCaja di DAZN, in una lunga intervista in cui è tornato a parlare anche della possibilità di un suo addio. Ci ha pensato nei momenti peggiori, ma adesso quel pensiero è stato metabolizzato e trasformato in voglia di andare avanti. Anche con scelte coraggiose, come quella di trasferirsi a Madrid. “Gli spostamenti verso Madrid erano troppo frequenti – ha spiegato - Due volte a settimana per il recupero del braccio ed è stato molto stressante. Più di due ore sulla strada ogni volta e non sapevo se avrei sopportato una stagione come questa. Ne ho parlato a mio fratello ed è stato felicissimo dell’ipotesi di trasferirsi lì per un po’. Si trattava solo di provare a dare una svolta al recupero del mio braccio, perché la situazione era un po' stagnante, ma ora sta andando meglio".
Meglio, ma non certo bene con Marc Marquez che deve fare i conti anche con una moto che non lo sta aiutando, visti i problemi della RC213V 2022. “La moto perfetta non esiste – ha tagliato corto l’otto volte campione del mondo – Poi, chiaramente, quando si guardano le moto degli avversari si tende sempre a vedere solo il buono, ma un difetto, qualcosa che non va come si vorrebbe, ce l’hanno tutte. Bisogna solo lavorare e con Honda lo stiamo facendo”. Quasi una dichiarazione d’amore a fugare le voci su presunti rapporti non più idilliaci tra Marc Marquez e il Team Repsol, con il fenomeno di Cervera che aggiunge: “E’ vero che l’idea di cambiare squadra e vincere con un’altra moto è uno stimolo per tanti piloti, ma per me lo stimolo è un altro. Adesso, ad esempio, è quello di ritrovare la migliore condizione e di mettere a punto la moto per tornare a vincere e a competere per le posizioni che contano. Se penso al mio addio alle corse, lo penso con Honda e il Team Repsol, la miglior squadra del mondo”.
Un addio che l’otto volte campione del mondo vorrebbe spostare più in là possibile nel tempo, ma che considera comunque una possibilità se non dovesse riuscire a risolvere tutti i suoi problemi: “Adesso prendo i fine settimana come allenamento o divertimento, non come un obbligo di uscire e vincere. Se arrivo quarto, quarto, se arrivo quinto, quinto, se arrivo sesto, sesto. La vittoria arriverà, si spera. Devo andare con uno stile di guida diverso, devo fare strategie diverse. Non è lo stile che mi piace di più, ma a volte quello che non piace è quello che funziona. Se devo solo correre per piacere, allora tanto vale prendere una moto, andare tranquillamente in un circuito di domenica senza pressione e fai dei giri. Io invece voglio competere e vincere. Sono qui per competere e festeggiare ancora vittorie. Vincerò un altro titolo? Non lo so, ma spero di poter combattere, sarebbe già un bene ”.