Poco più di un mese all’inizio della MotoGP 2021, ancora meno per i primi test ufficiali che si terranno in Qatar. Mentre le case presentano i team e Dorna prepara la “bolla” per prevenire i contagi a Doha, i piloti si preparano per quella che con tutte le probabilità sarà un’altra stagione particolare. Ne abbiamo parlato con Marco Melandri, che per il secondo anno la commenterà su DAZN.
Ultimamente ti alleni molto con la E-MTB. Pensi che possa essere un buon allenamento per un pilota?
“Per me è molto bella perché comunque fai un sacco di tecnica, soprattutto perché fai salite che con la muscolare non faresti, ed alcuni punti sono tecnici ed anche un po’ trialistici. E poi al contrario di quello che sembra si fa una fatica pazzesca, anche in discesa se l’affronti come una prova speciale, a cannone, fai tanta fatica. Per me è veramente bellissimo, mi si è aperto un mondo”.
Tu vivi in Trentino, come hai vissuto la chiusura degli impianti?
“Purtroppo la voce che non avrebbero più aperto girava già da un po’. Perché una volta messa sul tavolo una data avrebbero dovuto prepararsi e non sarebbe stato così banale. Mi dispiace perché da un certo punto di vista lo spazio c’è, e regolando le risalite la gente ha solo modo di trovare un po’ di pace e serenità. Una volta regolati i rifugi - che comunque sono come dei piccoli ristoranti - e regolamentate le salite, io non vedo grossi problemi. Da un lato poi è anche meglio, perché vai a togliere la gente dalle città dove di solito si ammassano tutti nei bar”.
Anche perché gli impianti chiudono presto.
“Si, alle 16.15 sono già tutti chiusi. Però sai, la situazione è assurda in generale, c’è poco da fare”.
Passiamo alla MotoGP: sei al tuo secondo anno a DAZN, avete in mente nuovi progetti?
“Si guarda, oggi cominciamo a girare dei contenuti extra, avremo dei servizi che usciranno a marzo che secondo me saranno davvero interessanti… Uno stile completamente diverso rispetto a quello che si è visto fino ad adesso. Racconteremo delle storie interessanti senza parlare solo di risultati, obiettivi, target e altro. Sarà interessante, seguiteci!"
Il tuo 'Misano Confidential' è una bella chicca.
“Grazie, forse a marzo riusciremo a farlo anche per il Mugello”.
Chi è il tuo punto di riferimento, se ne hai uno, per quanto riguarda la telecronaca?
“A me piacciono tutti, ognuno di loro ha fatto un’epoca. Da bambino per me Di Pillo era il numero uno, quando era su Telemontecarlo con la Superbike mi faceva morire! Poi lui è appassionato di motocross, lo conosco e mi piace proprio a 360 gradi. Guido ha fatto sicuramente un’epoca, e ha anche commentato le mie vittorie quindi sai, l’ho ascoltato più volte ed è difficile non prendere spunto, anche se cerco di differenziarmi da tutti perché devo trovarmi una mia linea, con la mia personalità”.
Hai messo il pilota al centro della narrazione, una cosa che agli appassionati piacciono molto.
“Guarda, ci sono piccole sfumature che puoi notare solo se le hai vissute, e tante volte sono più importanti delle parole. Quello che cerco di trasmettere è cosa vive e cosa prova un pilota, perché da casa non posso sapere cosa fa la moto… se ha più carico davanti o dietro, cose così. Posso presumerlo, ma in fin dei conti non è possibile saperlo veramente. Io voglio raccontare cose di cui sono sicuro e che magari sono un po’ diverse, mai state raccontate da altri”.
A proposito, come mai Yamaha non sta svolgendo dei test? Honda lo ha fatto, così come KTM e Ducati. Ma dopo le scelte sbagliate con Jorge Lorenzo sembra che ad Iwata stiano facendo lo stesso con Cal Crutchlow.
“Non ne ho la più pallida idea, lo dico sinceramente. Evidentemente non sono pronti, però portare in moto Crutchlow avrebbe senso, perché dopo tanti mesi avrebbe bisogno di stare un po’ di tempo sulla moto. Se lo mandano subito in pista senza fargli prendere il ritmo Cal farà fatica a capire la moto. Per quanto ci si possa allenare, rimanendo in forma e via dicendo, guidare una MotoGP è una cosa completamente diversa. Quando sei stanco ad un certo punto non riesci più nemmeno a capire la moto, ad ascoltare le sensazioni. Secondo me è importante che il pilota faccia ore di sella”.
Yamaha cercherà di far vincere un pilota ufficiale, a prescindere dai risultati del Team Petronas?
“Certo, per loro deve vincere un ufficiale. Altrimenti non avrebbe avuto senso mettere Quartararo in quella squadra”.
In altre parole, le possibilità di vincere per Franco Morbidelli sono ridotte.
“Si, già il fatto che Fabio possa essere una linea guida per lo sviluppo è piuttosto importante, fa molto anche per la mentalità del pilota. E la storia che ci dice che un Team satellite non ha mai vinto in MotoGP. D’altronde Petronas paga per il leasing delle moto ed è logico che a vincere sia chi ha fatto la moto, non chi l’ha presa in affitto”.
Ducati nel 2021 schiera sei piloti in griglia, tutti piuttosto interessanti. Chi è il migliore?
“Sicuramente al momento è Jack Miller. Ha corso un finale di stagione incredibile, ha lottato molto ed è andato forte anche in piste in cui Ducati era data per sfavorita, quindi lui sicuramente parte con la giusta consapevolezza per vincere le gare. Poi bisogna vedere se riuscirà ad essere costante nelle piste in cui la Ducati è andata sempre male”.
E Johann Zarco? Pensi che potrà stupirci?
“Secondo me farà delle gran belle gare, ma non lo vedo all’altezza di Miller. Non ho idea di che moto avesse l’anno scorso, magari nel Team Pramac si troverà incredibilmente meglio, quindi sai… Tutto sommato mi aspetto che faccia bene, ma non lo vedo in lotta per il mondiale”.
Il tuo favorito numero uno? Ormai lo chiedono tutti a te dopo il pronostico dell’anno scorso…
“Ti dico Fabio Quartararo, sempre sperando che torni Marquez e ci faccia divertire, ma questa è una cosa che non possiamo sapere”.
KTM può essere la più grande sorpresa della MotoGP 2021?
“Si, per me saranno davvero una bella sorpresa. Nessuno li considera, ma ti dico: Oliveira mi è sempre piaciuto tantissimo, già dalla Moto3. E la KTM quando si impunta nel voler fare qualcosa solitamente riesce a farla bene. Nel 2020 sono cresciuti tanto e nel adesso partono da una base diversa. Sanno di poter vincere delle gare e Oliveira l’ha già fatto in Tech3, oltre al fatto che è un pilota molto intelligente. Per lo sviluppo della moto può fare molto bene, anche perché è un po’ più grande di Pedrosa ma non esageratamente e questo può aiutare”.
Chiudiamo con la Superbike: sarà ancora una volta un tutti contro Jonathan Rea?
“Beh, Jonathan Rea è ancora l’uomo da battere, ha dominato anche nell’ultimo anno. E ti dirò di più, se Tito Rabat ritrova il suo equilibrio e la voglia di fare penso che andrà forte. Lui va forte davvero. In MotoGP ha avuto un momento difficile quando si è fatto male qualche anno fa, e non so che moto avesse in Avintia. Ma quando ha vinto il mondiale in Moto2 l’ha vinto per davvero, e penso che cambiando ambiente e ritrovando serenità possa fare grandi cose. Sulla carta per me è più veloce di Redding. Poi sai, torniamo al discorso di prima: correrà per un team satellite e non gli sarà permesso di stare davanti alla squadra ufficiale, però andrà forte e lo spero anche per Barni (Marco Barnabò, ndr.) perché se lo merita”