La spiaggia di Cesenatico, la folla, due porte, un pallone, un gruppo di giocatori selezionati tra le varie discipline dello sport, nell’associazionismo e nello spettacolo e lui, Diego Armando Maradona, oltre a un gruppetto di piloti del motomondiale tra cui Michele Pirro e Mattia Pasini.
“Era il 2005, forse il 2006, non ricordo benissimo la data perché di quel momento ricordo solo l’emozione pazzesca” – Comincia così il racconto di Mattia Pasini, ex pilota del motomondiale e oggi voce e volto di Sky, di quella volta in cui ha giocato a calcio sulla spiaggia di Cesenatico con Diego Armando Maradona. Una partita sulla sabbia, cinque contro cinque, per un evento benefico a cui avevano partecipato, oltre al più grande calciatore di tutti i tempi, anche cinque piloti del motomondiale.
“Oltre a me - prosegue Mattia Passini, che di quella giornata ha anche postato una foto su Instagram – c’erano Michele Pirro, Fabrizio Lai, Simone Corsi e c’era ancora anche Marco, il Sic. Una emozione incredibile: giocare a calcio con Maradona. Ancora oggi guardo ogni tanto quella foto, come a cercare la prova che non l’ho sognato, ma che mi è successo davvero. Con noi fu gentilissimo, carino e pronto a scherzare e anche a farsi beffa dei nostri piedi, che non erano, come è ovvio, neanche minimamente paragonabili ai suoi con il pallone”.
Pasini, raggiunto telefonicamente nella serata di oggi, ha raccontato di aver appreso quasi subito la triste notizia della morte del Pibe de Oro: “Un gran dispiacere – ha detto – Può sembrare retorica, ma se si prende coscienza di che immenso sportivo è stato, se ci si rende conto che la scomparsa di Maradona ha di fatto fermato il mondo, si ottiene la misura di un personaggio che è entrato nella storia dello sport tra i così detti TheOne”. Uno che, però, sul campo, anzi sulla spiaggia di Cesenatico, s’è prestato a una partitella in mezzo alla gente, senza nessun divismo, come se fosse tra amici del bar. “Si vedeva da come guardava il pallone che lui era nato per quello, che il pallone era una prosecuzione del suo corpo e pure della sua anima. Era felice, aveva gli occhi della felicità con il pallone tra i piedi, anche in mezzo a gente che di mestiere faceva tutt’altro e a un manipolo di piloti che certamente non poteva essere al suo livello”.
Tra questi c’era anche Michele Pirro, che ha anche un aneddoto in più da raccontare. “Era un evento benefico, non ricordo benissimo, o comunque una iniziativa di spettacolo e non c’era certo in palio la coppa del mondo. Ma gli sportivi, è cosa nota, sono competitivi – ci ha raccontato Michele Pirro, collaudatore di Ducati in MotoGP e pilota della Superbike – C’era una partita da giocare e proprio a me toccò il compito di dover marcare Maradona. Solo a dirlo oggi mi vengono i brividi. Appena prese palla gli arrivai addosso, cercando di contrastarlo in qualche modo, ma senza toccarlo. Lui si rese conto e si buttò a terra, fingendo anche di essersi fatto male. Non ti dico i fischi che mi sono preso dalla gente, che razza di paura ho avuto di aver fatto male a Maradona, anche se ero piuttosto certo di non averlo toccato. Invece, qualche secondo dopo si rialzò ridendo divertito e venendo ad abbracciarmi. Avevo scherzato, ma da quei fischi che m’ero preso ho capito quanto la gente gli volesse bene”. Anche Pirro, come Pasini, non ricorda con esattezza l’anno di quella partitella: “Ma come fai a ricordarti date e numeri? E’ impossibile. Se ti capita di giocare a calcio con Maradona, l’unica cosa che ricordi è che hai giocato a calcio con Maradona. Posso dirti qualche nome degli altri che c’erano, ma solo perché ci sono le foto: io quel giorno ho visto solo Maradona. Queste sensazioni così te le danno solo le leggende. E’ una leggenda, è stato uno sportivo che ha scritto la storia e oggi è un giorno veramente triste”.
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