Marco Melandri ha lanciato una sessione di Q&A con i fan su Instagram in cui ha risposto senza remore ad ogni genere di domanda. Da chi chiede le differenze tra un’amatore ed un pilota professionista a chi invece vuole sapere la sua sul caso Iannone. Ecco i passaggi più interessanti.
Su Marc Marquez, di cui ci aveva già parlato nella nostra intervista, Marco spiega che vederlo tornare come prima sarà “Davvero difficile, ma la voglia che ha di salire in moto lo spingerà tutti i giorni a lavorare come non mai”. Sulla possibile sostituzione con Andrea Dovizioso invece, dice che “Ormai tutto è possibile, non mi stupisco più di nulla. Speriamo solo che tutto si risolva nel modo migliore”.
Quando gli viene chiesto se ha qualche rimpianto dopo una lunga carriera in cui, forse, ha raccolto meno di quanto abbia meritato, ‘Macio’ risponde che: “Potessi tornare indietro sicuramente cambierei qualcosa, ma con le stesse opportunità rifarei le stesse scelte, perché erano le uniche opzioni veramente valide. Ma tante volte sono stato nel posto giusto al momento sbagliato e non ho concretizzato”.
Sugli italiani in MotoGP che potranno dare delle soddisfazioni, Marco risponde così: “Sicuramente ci sono, Franco Morbidelli si è già dimostrato pronto nel 2020 ed Enea Bastianini dopo il mondiale Moto2 avrà ancora più fiducia in sé stesso ed il 3 anni si giocherà la MotoGP!”
Quando poi gli viene chiesto “Perché sei invidioso di Rossi e non ammetti che è più forte di te?”, Marco Melandri non si tira indietro: “Mai detto, i numeri parlano da soli, ma quando feci secondo ero il primo dei perdenti, quando lo fece lui vinse il titolo di ViceCampione. Non cambierei mai la mia vita con la sua”.
Poi gli viene chiesto il suo punto di vista sul caso Iannone, che recentemente ha postato su Instagram una storia in cui scrive: "Condannato a 4 anni. Scrivono che non abbiamo portato prove sufficienti, la contaminazione alimentare è stata riconosciuta, acceratata da analisi, scienziati, professori, legali, giudici e tribunali". Melandri (ad un fan) risponde così "I fatti dicono questo: era positivo. Mai visti 4 anni di squalifica, sono sempre stati 2 negli altri sport. Contaminazione alimentare era l’unica difesa possibile. Il regolamento anti doping dice che l’atleta è sempre e comunque responsabile di quello che viene trovato nelle sue analisi".
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