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Mercedes, che succede? Le ansie del team tra errori, provocazioni e insulti

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

7 giugno 2021

Mercedes, che succede? Le ansie del team tra errori, provocazioni e insulti
Abituati come siamo a vederla perfetta e irraggiungibile la Mercedes sconfitta di Monaco e di Baku non sembra assomigliare più a se stessa. Perdendo il dominio assoluto in pista la squadra tedesca ha perso anche la fiducia, e la capacità di non sbagliare mai

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Baku si chiude con uno zero a zero per i pretendenti al titolo Lewis Hamilton e Max Verstappen, entrambi fuori dalla zona punti dopo una gara che li ha visti protagonisti indiscussi e grandi sconfitti. I due si ritroveranno in Francia, al prossimo duello, come se questo Gran Premio di Baku non fosse mai esistito, con Max leader del mondiale con quattro punti di vantaggio su Lewis.

Per loro la battaglia ricomincia da lì, dai punti e dalla sfida ancora tutta da vivere, ma fuori dalla pista qualcosa è cambiato. Dopo le difficoltà avute nel weekend di Monaco alla Mercedes serviva ritrovare spirito e ritmo e, invece, a Baku non ha funzionato nulla. 

Il fine settimana è partito male, e Lewis Hamilton sembrava essere riuscito a raddrizzarlo con un secondo posto in qualifica. Ma non è bastato il ritiro di Verstappen, a muro a causa di una foratura, a rimettere in piedi la squadra: un errore di Hamilton in ripartenza ha bruciato i sogni di una domenica che lo avrebbe visto guadagnare punti fondamentali sull'olandese. 

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E invece il sette volte campione del mondo porta a casa uno zero che sa di sconfitta, molto più di quello di Verstappen. Perché se Max non ha colpe nella sfortuna del suo ritiro, il britannico farà fatica a digerire l'errore di Baku. 

La Mercedes è agitata, non contenta, e in questi errori è difficile riconoscerla. Non si tratta solo del lungo di Hamilton che, ogni tanto, ci ricorda di essere umano, o della totale assenza di Bottas, sempre più spesso deludente in gara. Si tratta di una nuova consapevolezza con cui, da anni, il team tedesco non è costretto a fare i conti: l'imperfezione. 

La squadra di Toto Wolff non è più la regina incontrastata della griglia di partenza e mentre i tifosi esultano, finalmente appagati da una vera sfida per il mondiale, qualcosa si incrina nella torre d'avorio della scuderia. 

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Iniziano le accuse fuori dalla pista, con la Mercedes che chiede alla FIA spiegazioni sulla presunta "ala mobile" della Red Bull. Toto Wolff che perde la pazienza e insulta Chris Horner, il numero uno della scuderia del Toro, dandogli del pallone gonfiato e invitandolo a stare zitto. 

Intanto si sbagliano i tempi per il cambio gomme, si fanno piccoli o grandi errori di strategia, e sentire Hamilton lamentarsi via team radio non fa più parte del gioco del campione, abituato a confondere gli avversari dando finti segnali di preoccupazione. Questo è un Lewis spaesato, a tratti arrendevole: "Sono troppo forti - dice a Baku mentre, alle spalle di Perez, non riesce a completare il sorpasso - oggi è il loro giorno". 

Il mondiale è ancora lungo e dopo due circuiti cittadini arriveranno piste più favorevoli per la Mercedes, con Hamilton più determinato che mai a riprendersi il ruolo da leader. Ma nel paddock l'agitazione di questo team di nuovo umano fa bene a tutti, e riaccende finalmente la competizione. 

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