Da quando, il 28 dicembre 2013, quando Michael Schumacher è rimasto coinvolto in un terribile incidente sulla neve di Meribel, gli aggiornamenti sul suo stato di salute non sono stati molti, complice la riservatezza della famiglia che ha sempre cercato di proteggere la privacy del sette volte campione del momdo. Per evitare inutili speculazioni e tutelare la propria famiglia infatti la moglie Corinna avrebbe permesso a pochissime persone di far visita regolarmente al marito. Tra queste sicuramente, come confermato da alcuni commenti negli anni, ci sono l’ex team pricipal Ferrari Jean Todt, l’ex pilota Luca Badoer e l’addetta stampa Sabine Kehm.
Se le informazioni sul campione di Formula 1 non sono mai state dettagliate, alcune affermazioni della famiglia hanno spento in questi anni le speranze per una totale ripresa e hanno fatto intendere cosa potersi aspettare per il fututo. All'interno del documentario di Netflix a lui dedicato aveva parlato la moglie Corinna: “Michael Schumacher c’è, ma è diverso”. Il figlio Mick, che raramente si è esposto sulla vicenda del padre, aveva invece detto “Penso che ora ci capiremmo in un modo diverso semplicemente perché parleremmo un linguaggio simile, quello dell’automobilismo e avremmo tante cose di cui conversare. Rinuncerei a tutto per poterlo fare”.
Commenti poco confortanti a cui si aggiunge ora l’intervento di Roger Benoit, esperto di Formula 1 e amico di lunga data di Michael Schumacher. Il giornalista svizzero ha ammesso in un’intervista rilasciata al Blick, giornale di cui lui stesso ha fatto parte, di non conoscere le esatte condizioni dello stato di salute dell’amico. Ma ha posto l’attenzione sulla frase del figlio Mick, anche lui pilota, che direbbe tanto sulla vicenda: “darei qualsiasi cosa per parlare con papà”. “Questa frase” ha continuato “dice tutto di come sta suo padre da oltre 3500 giorni. È un caso senza speranza”.