Appende le scarpe al chiodo Davide Moscardelli e, anche se non ha mai vinto palloni d’oro o Champions league, tutto il mondo del calcio prova già un po’ di malinconia. Il Mosca, come da sempre è soprannominato, incarna infatti il perfetto esempio di giocatore romantico, di quelli che una volta popolavano il mondo del pallone e, via via, sono andati scomparendo a causa dell’eccesso di comunicazione guidata dalle società e l’iper professionalizzazione di uno sport che, in fondo in fondo, dovrebbe sempre rimanere un gioco.
Moscardelli del “modello Cristiano Ronaldo” – tutto allenamenti, muscoli, dieta ferrea e stili di tendenza – non ha mai fatto parte. Ne in campo, dove la passione e l’estro lo hanno guidato sin dagli esordi, ne fuori dal rettangolo verde dove lo stile, invece di seguire quello della massa, lo ha imposto: prima di tutto con quella barbona che è diventata una icona.
L’annuncio dell’addio al calcio a 40 anni è arrivato l’altra sera con le agenzie che hanno rilanciato la notizia. E non ci sorprende. Non solo per l’età, ma perché il Mosca di cose extra calcistiche ne ha da fare eccome. Già da tempo è un “influencer” sui social, ma soprattutto ha maturato una esperienza invidiabile attraverso tutte le categorie che ora potrà mettere a disposizione degli altri. E infatti l’ex bomber dell’Arezzo, diventerà collaboratore tecnico dell’attuale trainer del Pisa D’Angelo.
Moscardelli e la sua barba, quindi, non lasciano il calcio. Si trasferiscono in un altro ruolo, dove potranno mettere a frutto i numeri di una carriera che si può considerare straordinaria. Famoso per le sue rovesciate e i colpi impossibili, esordi professionista nella Sangiovannese in C2, poi Triestina, Rimini, Cesena, Piacenza, Chievo e Bologna. Per passare a Lecce, Arezzo e Pisa. In tutto 200 gol segnati tra C2 e serie A. Una parabola che, anche senza i clamori internazionali, forse qualunque bambino che ama il calcio firmerebbe per avere nella sua vita.