Fabio Quartararo ha già due trattative aperte per discutere del suo futuro che non sarà, quindi, necessariamente con Yamaha. Lo ha affermato il suo manager, Eric Mahè, che anzi si è spinto oltre affermando che anche una terza squadra ha tentato un timido approccio. E’ chiaro che il francese, quasi campione del mondo, fa gola a tanti, ma l’ipotesi che potesse lasciare Yamaha alla scadenza del suo contratto, nel 2023, al momento non era nei pensieri di nessuno. A farcela entrare, e anche con prepotenza, ci ha pensato proprio il suo manager, con le dichiarazioni affidate alle colonne di AutoHebdo che da un lato hanno avuto certamente lo scopo di sollecitare Yamaha, ma dall’altra hanno illustrato uno scenario assolutamente aperto. E anche innescato una curiosità inevitabile per cercare di capire quali fossero le due squadre con cui il francese avrebbe avuto già qualche ammiccamento.
In molti, quasi subito, hanno pensato a Ducati, ma oggettivamente, vista la politica recente di quelli di Borgo Panigale, rimane difficile pensare che il marchio italiano sia disposto ad uno sforzo economico incredibile come quello fatto in passato per Jorge Lorenzo. Quel tipo di sforzo lo farebbero, ma per una sola persona che risponde al nome di Marc Marquez. Altrimenti tanto vale tirare avanti con quello che si ha, soprattutto guardando i risultati di quest’anno di Pecco Bagnaia e le prospettive di due ragazzi terribili come Enea Bastianini e Jorge Martin. E’ più probabile, invece, che ad attrarre il francese sia, piuttosto che il rosso, l’arancione. Che potrebbe essere sia quello del Team Repsol di Honda - visto che quando scadrà il contratto di Fabio Quartararo scadrà anche quello di Pol Espargarò – che è alla ricerca di un campione già fatto, ma comunque giovane, da affiancare a Marc Marquez, sia quello di KTM.
Anzi, l’ipotesi più credibile in assoluto è che uno dei due team con cui Eric Maehè ha già parlato di futuro possa essere proprio quello austriaco. Non a caso, proprio nelle stesse ore in cui il manager affermava che il futuro di Quartararo in Yamaha non è scontato, Pit Beirer, responsabile di tutta l’attività racing di KTM, rilasciava una intervista a Speedweek in cui s’è lasciato andare a dichiarazione che, adesso, sembrano a tutti gli effetti un corteggiamento: “Il pilota conta e conta ancora tanto, chi pensa che sia ormai una figura non determinante sbaglia di grosso – ha detto l’austriaco - La Yamaha ha un pilota eccezionale con Fabio Quartararo e vince. È come con Marc Marquez per anni alla Honda. Senza questi due piloti le cose non andrebbero bene per Yamaha e Honda”.
Nella stessa intervista, inoltre, Beirer ha affermato che KTM era pronta a mandare in pista un terzo team e che, invece, fino al 2024 non potrà farlo (perché Dorna, a quanto pare, avrebbe scoraggiato l’operazione). Questo, però, significa che l’azienda e lo sponsor sono pronti a mettere in campo altri fondi sostanziosi ed è più che probabile, a questo punto, che il denaro risparmiato possa essere utilizzato per farcire un ingaggio a cui Fabio Quartararo non potrebbe dire di no. In questo quadro è molto probabile, quindi, che proprio KTM sia una delle due proposte che già sono sul tavolo del manager di Quartarro, con Honda che, invece, sembra essere più “il mezzo approccio”, come lo ha definito lo stesso Mahè.
Sull’altra proposta, invece, rimane difficile pensare che possano esserci le firme di Suzuki e Aprilia e, quindi, ci viene da dire che il riferimento del manager francese è stato proprio a Yamaha. Una sorta di strategia, la sua, per far capire a Lin Jarvis e ai vertici di Iwata che quella dell’attuale squadra sarà considerata una proposta al pari delle altre. E’ chiaro, infatti, che le parti potrebbero essersi già parlate per il futuro e non è escluso nemmeno che le garanzie richieste siano di natura tecnica più che economica. Yamaha, dopo quanto accaduto con Maverick Vinales, sarebbe restia a rinnovare troppo presto un contratto, addirittura con un anno e mezzo di anticipo, e Fabio Quartararo, a conti fatti, non ha particolare fretta. Ma vuole una promessa: che Yamaha non lo metta più nelle condizioni di guidare sopra i problemi, riportando la M1 ad essere la moto di riferimento.