La notizia era nell’aria da tempo, ma Dorna, come ormai sembra essersi abituata a fare, l’ha annunciata dall’oggi al domani. Stiamo parlando del nuovo cambio di format del fine settimana della MotoGP, attivo già dal prossimo gran premio a Silverstone. Orari diversi, più tempo in pista per i piloti e, di fatto, l’introduzione di un’ora da dentro o fuori per stabile l’accesso o meno alla Q2.
Detta così sembra piuttosto complicata, ma è tutto molto più semplice, visto che sostanzialmente è introdotto un turno in più per l’accesso ai due turni di qualifica e il resto del fine settimana sarà dedicato alle prove libere. Con i piloti che potranno, di fatto, lavorare di più e meglio alla messa a punto delle moto in vista della Sprint del sabato e del GP della domenica. L’annuncio ufficiale è arrivato nelle scorse ore, dopo la riunione della Grand Prix Commission composta da Carmelo Ezpeleta di Dorna, Paul Duparc della FIM ed Herveè Poncharal per la IRTA, alla presenza di Jorge Viegas, presidente FIM, Carlos Ezpeleta di Dorna, Mike Trimby e Corrado Cecchinelli.
Le FP1 diventeranno quindi un vero turno di prove libere, mentre al venerdì pomeriggio andrà in scena, appunto, la così detta “qualifica”. Durerà un’ora. Al sabato, poi, altri trenta minuti di prove libere prima dei due normali turni cronometrati: Q1 e Q2. Invariato il format della Sprint, sempre al sabato e con gli stessi orari, così come quello del GP della domenica.
Una soluzione, quella proposta già per il prossimo gran premio a Silverstone, che sembra aver trovato l’accordo di tutti, ma che nessuno si aspettava potesse arrivare così in fretta e senza ulteriori approfondimenti che coinvolgessero direttamente anche i piloti. Sembra, comunque, che gli stessi piloti – che per ora non riescono ancora a organizzarsi in maniera ufficiale per essere rappresentati in maniera adeguata nei tavoli decisionali – si siano dichiarati più o meno tutti soddisfatti della nuova strada intrapresa. In attesa di capire se e come cambierà ulteriormente il format della MotoGP nel 2024, visto che le voci di ulteriori rivoluzioni cominciano a farsi sempre più insistenti.