Franco Morbidelli è stato il primo pilota della VR46 Academy, quello su cui Valentino Rossi ha scommesso prima di tutti mentre dava vita a quel progetto che, di fatto, ha voluto essere una risposta al dolore per la perdita di Marco Simoncelli. Una storia speciale, quella di Franco (ve l’abbiamo raccontata proprio tutta qui), fatta di trasferimenti nel segno di un sogno, di dolori atroci e di rinascite feroci. Lui è il pilota che esprime tumulto. Padre italiano, mamma brasiliana, natali a Roma e adolescenza a Tavullia, con un sogno da inseguire senza poter contare sulle basi solide che invece hanno avuto molti dei suoi attuali colleghi. A faticare un po’ di più, insomma, uno come Franco Morbidelli c’è abituato e è per questo che adesso che sembra andare tutto male, adesso che guida una moto che sta mandando fuori dai gangheri pure uno sempre sorridente e pacifico come Fabio Quartararo, il Morbido riesce a mantenere la calma e non fare drammi.
Come? Restando ancorato ai valori di sempre. E pure agli affetti con cui è cresciuto, compreso quel Valentino Rossi a cui deve tanto, ma con cui è continuamente in sfida. “Vale mi sfida su tutto – ha raccontato a Corsedimoto - Anche se si è ritirato rimane molto competitivo. Questo vale sia per gli allenamenti con il kart che con la R1. È molto competitivo in tutto, come è sempre stato nella sua carriera agonistica. La cosa migliore della Academy è che Vale e gli altri ragazzi ti sfidano costantemente. Cresci con gli altri e superi meglio le fasi difficili. Diventi una persona migliore e un pilota migliore“.
Un “pilota migliore” che non significa solo un pilota più veloce. Con Franco Morbidelli che veste i panni del professionista tutto d’un pezzo anche quando c’è da parlare della profonda crisi in cui è piombata Yamaha e da nascondere l’altrettanto profonda delusione che probabilmente sente dentro per come stanno andando le cose in sella alla moto ufficiale del colosso giapponese. “Siamo completamente concentrati sul lavoro per migliorare quella situazione – ha affermato l’italobrasiliano - Non mi spaventa vedere la Yamaha ultima nella classifica costruttori. Sono solo più concentrato e motivato a fare un lavoro migliore come pilota, ad essere costante, ad essere veloce, ad estrarre il massimo, a spingere i limiti. Ed è quello che stiamo facendo”.
Un modo per ribadire anche che non intende parlare di mercato, anche se ormai sembra più che chiaro che il suo rapporto con Yamaha è arrivato al capolinea. Per lui, al momento, le prospettive sono tre: il Team LCR (guidando forse una KTM), oppure il Team Gresini o ancora, se Marco Bezzecchi dovesse finire in Pramac, proprio il Team di Valentino Rossi. C’è chi ha accostato il suo nome anche al mondiale Superbike, ma l’impressione è che il 21 intenda dire ancora la sua in MotoGP, fosse anche in una squadra satellite. A aiutarlo nella scelta ci sarà, sicuramente, la struttura della VR46 Academy. “L’ambiente del Ranch mi ha aiutato molto nei momenti difficili della mia carriera – ha concluso – In particolare lo scorso anno, quando mi sono infortunato. Durante gli allenamenti ho visto che avevo ancora del potenziale. Quando ero a casa, sentivo di essere il solito Franky e di poter essere veloce in ogni situazione“.