Ducati avrà otto moto in pista anche nel 2024, ma KTM potrebbe averne sei. Non perché Carmelo Ezpeleta ha scelto di cedere alle richieste del marchio austriaco per entrare in MotoGP con un nuovo team (occupando i posti di Suzuki), ma perché la tremenda crisi in cui è piombata la Honda potrebbe far sciogliere un matrimonio che dura da una vita: quello tra la squadra italiana di Lucio Cecchinello e HRC appunto.
Dall’ex pilota e team manager italiano non arrivano ammissioni, ma nemmeno smentite, e in Germania ormai sono tutti convinti: LCR, dopo la pessima gestione dell’affaire Alex Rins (che si sarebbe già accordato con Yamaha) sarebbe pronta a guardarsi intorno e valutare la prospettiva di correre con due KTM RC16 invece che con due Honda RC213V. Anche perché, sempre se le voci che arrivano dalla Germania dovessero rivelarsi fondate, i motivi per mettere in discussione un contratto che prevede la fornitura delle moto fino alla fine del 2024 ci sono. E sono anche tanti. Primo fra tutti che nell’operazione entrerebbe in gioco anche RedBull con risorse finanziarie praticamente illimitate e una corsia preferenziale per arrivare a Marc Marquez. Succederà? Difficile dirlo in questa fase. L’unico dato di fatto è che Lucio Cecchinello e Honda sono legati fino alla fine della prossima stagione, oltre che da una storia insieme che va avanti da due decenni. Però è anche vero che l’atteggiamento di Honda negli ultimi anni potrebbe aver snervato pure il più fedele dei clienti, con la questione Rins che, ora, avrà certamente peggiorato ulteriormente tutto.
Gli ostacoli, comunque, non mancano e non è solo questione di contratti in essere. Al di là delle reali volontà delle parti, infatti, anche Carmelo Ezpeleta potrebbe non vedere di buon occhio l’operazione, perché è chiaro che avere due sole Yamaha e due sole Honda in pista è una prospettiva che non gli piace. Proprio perché il patron di Dorna ha sempre detto che lo scenario ideale della MotoGP sarebbe quello di avere sei case costruttrici ognuna con un team satellite. Così, invece, diventerebbe una sorta di campionato europeo, con una ridottissima minoranza di giapponesi, che potrebbero restare giusto per fare presenza invece che per vincere.
Dall’altro lato, però, è anche vero che se Ducati può avere otto moto in pista, gli argomenti per vietare a KTM di averne sei non ci sono. O se anche ci fossero non starebbero in piedi. E lo stesso Lucio Cecchinello, come tuti gli altri titolari di team indipendenti, è comunque libero di scegliere con quale moto correre rispetto a quelle a disposizione. Nel caso di Cecchinello, semmai, l’ostacolo è solo il contratto ancora in essere con Honda e le eventuali penali (che però potrebbero non essere un problema per un colosso come RedBull). Sulle due KTM del team italiano (sempre ammesso che vada a finire così) salirebbero, secondo quanto riportato da Speedweek, Pedro Acosta e uno tra Jack Miller e Brad Binder, con la sella di una delle due RC16 che, chiaramente, verrebbe a quel punto liberata per Marc Marquez.