Noi che siamo fuori non possiamo sapere davvero costa sta succedendo e come stanno realmente le cose tra Honda e Marc Marquez. Lo ha detto Casey Stoner, ospite nei giorni scorsi del festival della Velocità di Goodwood, dove si è dimostrato disponibile con i giornalisti più di quanto non abbia mai fatto in tutta la sua carriera. L’australiano, infatti, ha parlato di tutti i temi caldi della MotoGP attuale, oltre a rinnovare la sua battaglia contro aerodinamica e controlli elettronici e, inevitabilmente, ha dovuto rispondere anche all’immancabile domanda su Marc Marquez.
Secondo il campionissimo australiano, il fenomeno di Cervera sembra avere una colpa. Una colpa che non è certamente la causa dei guai che sta passando Marquez, ma che non gli permette di andare avanti con lucidità. Quella colpa è, di fatto, l’indecisione. “Io penso che tutto dipenderà dalle promesse che Honda riuscirà a fare a Marc Marquez – ha spiegato – ma la verità nelle corse è che le promesse non sono mai accompagnate dalla garanzia assoluta di essere mantenute e questo Marc Marquez dovrebbe saperlo. Quindi è tutto nelle sue mani, deve prendere una decisione seguendo quello che sente dentro e muoversi di conseguenza piuttosto che restare in un limbo. Deve decidere se vuole proseguire l’impegno nei confronti della Honda o se vuole passare a un altro produttore”.
Stando alle parole di Stoner, quindi, già prendere una chiara direzione potrebbe far segnare una svolta per Marc Marquez, con l’australiano che, però, non si sbilancia circa un pronostico su cosa succederà nel prossimo futuro. Si sbilancia, invece, sull’analisi della crisi che sta travolgendo sia la Honda che la Yamaha: “Penso che il predominio delle Ducati la scorsa stagione abbia demotivato tantissimo la Yamaha e l’abbia scossa. In queste circostanze è anche difficile come produttore ritrovare la motivazione, poiché l'equilibrio di potere è distribuito in modo non uniforme”.
La Ducati, comunque, non è l’unica ragione dei mancati risultati di Honda e Yamaha, con Stoner che ne fa anche una questione legata a aspetti ben diversi rispetto a quelli strettamente sportivi: “Le fabbriche giapponesi non sono le uniche a essere colpevoli di questo situazione, la pandemia di Covid-19 ha contribuito a far guadagnare ai produttori europei, in particolare Ducati, un vantaggio in termini di sviluppo. Inoltre, capisco perché i produttori giapponesi mostrano meno impegno rispetto agli europei. In ogni caso stiamo parlando di Honda e Yamaha, due colossi che, se vogliono, tornano competitivi nel giro di pochissimo tempo”.