Ultimamente parla sempre meno, però Marco Lucchinelli è di quelli che quando si ritrova un microfono davanti e accetta di parlarci dentro non ci pensa neanche da lontano a mettere in mezzo il filtro della diplomazia. Ne sa qualcosa Paolo Scalera (in verità lo sa da sempre visto che anche lui è un veterano del paddock) che nei giorni scorsi ha incontrato a Misano l’ex campione del mondo della Suzuki e, nonostante la promessa di “non rompergli i cogl*oni con la MotoGP”, è riuscito a strappargli una dichiarazione su Marc Marquez e la situazione che sta vivendo adesso con la Honda.
“Serve rispetto – ha detto Lucky – merita rispetto, perché quel ragazzo lì ha i cogl*oni davvero. C’è stato un periodo in cui i tifosi della MotoGP si sono comportati come quelli del calcio, con scene a dir poco inaccettabili nei confronti proprio di Marquez, ma quello è un campione vero. Non una volta sola, ma otto volte. Bisogna portargli rispetto. Soprattutto alla luce del fatto che tutti gli altri che guidano la sua moto sono in ospedale. Il problema è la moto, Honda ha le sue grosse responsabilità”. Per Lucchinelli è totalmente fuori luogo affermare che la carriera di Marc Marquez è arrivata al capolinea e che per il 93 è arrivato il tempo del tramonto.
“Adesso per lui è come quando io andai dalla Honda alla Cagiva – ha spiegato ancora Lucchinelli – E’ demoralizzato, ma dentro sente di essere ancora forte, lui è consapevole di essere ancora forte: Marquez è uno che ha vinto con un braccio girato dall’altra parte, ragazzi, ma di che stiamo parlando? E’ uno che m’è sempre piaciuto, anche quando c’era Valentino: non si lamenta mai dei suoi problemi o altro. Anche sulle scie non ha mai detto niente, le sfrutta come le sfruttano tutti: le scie ci sono sempre state. Marc Marquez vincerà di nuovo, se cambia moto vincerà ancora”. Il mezzo, quindi, che ormai comincia a contare davvero di più del pilota, con Lucchinelli che riprende una sua vecchia battaglia: “Togliessero i controlli elettronici. Ormai non emergono più nemmeno i punti di forza dei piloti con l’elettronica. Prendiamo l’abbassatore, ad esempio, prima c’erano i piloti che erano forti in partenza e potevano puntare su quello, adesso con l’abbassatore sono forti tutti in partenza. E poi le moto oggi vanno troppo veloci. A 370 km/h se succede qualcosa in fondo al rettilineo del Mugello ti ritrovi a Imola”.
Un problema, quello dell’elettronica, dei troppi controlli e delle moto che vanno troppo forte, che per Marco Lucchinelli non riguarda solo la MotoGP, ma anche le moto che sono normalmente in vendita nei listini dei vari marchi. “Vanno troppo forte, sono pericolose e per guidarle serve esperienza. Io ho da anni una scuola di guida sicura proprio perché moto così non si possono vendere e basta, bisogna pure insegnare ad usarle. Ormai non sono moto da tutti, sono moto da professionisti. Qualcosa deve cambiare”.