Michael Schumacher era un pilota maniacale. Uno di quelli a cui il talento non è mai bastato, un campione diventato il più vincente di tutti i tempi (i suoi, di tempi) grazie alla dedizione e al lavoro.
Duro di spirito, il Kaiser, tedesco in quei modi che spesso venivano fraintesi, facendolo risultare più austero di quanto fosse nella quotidianità. Ma l’enorme passione per il suo lavoro, e il continuo bisogno di migliorarsi, sono stati la sua fortuna, e il segreto del suo successo.
Secondo Nico Rosberg, da quest’anno commentatore televisivo nel team di Sky Sport F1 Italia, lo scarto che separa - ancora oggi - il Kaiser dall’altro sette volte campione del mondo di Formula 1 - Lewis Hamilton - sta proprio in questo particolare: nella passione profonda che Michael aveva per la guida, e che Lewis invece non ha.
"Schumacher aveva una passione pura, faceva tutti i test possibili e amava guidare e competere - ha spiegato Nico ai microfoni di Sky - a Lewis invece non piace fare test, in Mercedes i test li facevo solo io. Michael lavorava curando ogni dettaglio e tutto doveva essere perfetto. Lewis ha un talento incredibile e si appoggia molto su questo".
Lo stesso Hamilton a inizio weekend ha, in qualche misura, confermato il commento dell’ex compagno di squadra Rosberg, spiegando che per la prima volta nella sua carriera si era offerto come volontario per partecipare ai test Pirelli a Imola, curioso di scoprire le novità della prossima stagione.