Smaltita l’aria da derby d’Italia, è tempo di guardare oltre il calcio giocato e concentrarsi sugli umori post gara. La partita tra Inter e Juventus ha di fatto scosso l’ambiente torinese aumentando l’autostima sotto il Duomo. Il 2-0 subito a San Siro, ha infatti tolto certezze alla squadra di Pirlo che con CR7, Chiesa e Morata ha fatto un solo tiro in tutti e novanta i minuti. Una prestazione così scarsa che tra gli addetti ai lavori inizia già a circolare la sensazione che il ciclo vincente sia giunto al termine. La quinta posizione in classifica a dieci punti di distanza dal Milan, in testa, ha allontanato di fatto le speranze del decimo scudetto consecutivo. C’è invece chi, come l’Inter che tra critiche e scetticismo, continua la corsa al titolo grazie alle reti della LuLa (Lukaku-Lautaro) e alle progressioni di Hakimi. La vera consacrazione è però l’ascesa di Niccolò Barella che con un assist ed un gol si è consacrato come il centrocampista italiano più forte in questo momento. “50 milioni dal Cagliari per lui sono una follia” era il mantra che i tifosi ripetevano riferendosi al prezzo pagato per chi veniva considerato soltanto come un prospetto interessante.
E invece l’ex Cagliari ha preso per mano il centrocampo nerazzurro diventando un perno fondamentale della mediana. Da Niccolò Barella a…Nicola Berti il passo è breve. Stesse iniziali, squadra e ruolo, la bandiera dell’Inter, con le sue 229 presenze è tra i più amati della tifoseria interista, non solo per le prestazioni in campo ed i trofei vinti, ma soprattutto per il carattere forte, deciso e…senza peli sulla lingua. Per capirci, se ti deve mandare a fare in c**o, ti ci manda. E’ così che lo abbiamo contattato telefonicamente per parlare dell’Inter e se, il centrocampista dell’Italia, potrebbe essere visto come un suo possibile erede. “Come ho visto la squadra? Direi bene, abbiamo stravinto e la Juventus non ha fatto neanche un tiro” ci ha detto. Nel 1997, anno di nascita di Barella, Berti si stava avviando alla conclusione della sua avventura in maglia nerazzurra dopo aver messo in bacheca un Campionato italiano, una Supercoppa e due Coppe Uefa. È proprio sui titoli vinti che il vicecampione del mondo scherza con noi: “Barella è forte, un genio, lo adoro. Però alla sua età io avevo già vinto”. Come Arlecchino scherzando disse la verità, così fa Berti per Niccolò così vicino ad essere il suo possibile erede, quanto lontano fino a quando il palmarès reciterà zero tituli. Questioni ereditarie a parte, è doveroso godersi il talento di questo ragazzo prendersi la via del campo che con le labbra color rugiada, gli occhi grigi come la strada, nascon fiori dove cammina.