Abbiamo una notizia buona e una cattiva. Dev’essere andato così l’incontro tra Marc Marquez e imedici che lo hanno visitato per capire l’evoluzione della sua diplopia, il disturbo al nervo dell’occhio che gli ha impedito di finire regolarmente il mondiale e che, adesso, rischia di farlo star fermo ancora per qualche mese. Però diciamolo subito: se non si fosse trattato di un pilota e di uno che vive di velocità, la visita sarebbe andata più che bene. Perché il quadro è positivo e c’è un processo di guarigione che si è avviato. Ma è di Marc Marquez che si parla e, quindi, il buono ha anche un lato che buono non lo è affatto: non doversi sottoporre ad intervento chirurgico, infatti, significa anche non poter tornare ad allenarsi. Almeno per adesso.
Il peggiore degli scenari, quindi, per uno che di mestiere fa il pilota e che coltiva ancora il sogno di superare Valentino Rossi e avvicinarsi a Giacomo Agostini per numero di mondiali vinti. I piloti, è cosa nota, preferirebbero un intervento chirurgico (magari pure senza anestesia) al dover restare fermi e per Marc Marquez non è certo diverso. Lui, però, ha già spiegato che “tornare tanto per tornare” non gli interessa e che sarà in pista solo quando potrà lottare per la vittoria e il titolo. Ecco perché anche il comunicato stampa diffuso questa mattina è su toni di assoluta serenità e grande ottimismo.
Durante le visite con il suo oculista di fiducia – si legge - i progressi sono stati considerati buoni e, come conseguenza, Marquez proseguirà con un piano conservatore durante le prossime settimane. Che, tradotto in termini pratici, significa: almeno un altro mese di riposo assoluto, senza allenamenti e, soprattutto, senza salire in moto, sperando che la diplopia continui a guarire da sola e che il pilota possa tornare in sella in tempo per i test di Sepang, che ci sarannonei primi giorni di febbraio.