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Ok, ma chi è Nicolò Martinenghi: il nuotatore italiano al successo a Doha nella rana (che voleva giocare a basket)

  • di Ginevra Stanghellini

13 febbraio 2024

Ok, ma chi è Nicolò Martinenghi: il nuotatore italiano al successo a Doha nella rana (che voleva giocare a basket)
Ai mondiali di Doha ha appena conquistato un bellissimo argento nei 100 rana ma
il talento di Nicolò Martinenghi, nuotatore italiano classe 1999, non si ferma al secondo gradino del podio dei mondiali. Ecco perché è da tenere d'occhio in attesa dei Giochi di Parigi

di Ginevra Stanghellini

Una faccia da bravo ragazzo. Nicolò Martinenghi, “Tete” per gli amici, appare così: sicuro di sé e giovane, forte dei suoi 24 anni e di un palmares da brividi che conta già olimpiadi, mondiali, europei. Eppure lui un nuotatore non doveva esserlo, è nato tutto per una scommessa con il suo migliore amico, per passare più tempo insieme i due decisero di fare l’uno lo sport dell’altro, così dal basket si è innamorato del nuoto.

Due sport completamente diversi:“Mi ha colpito l’aspetto meritocratico: nel basket se giocavo male in una partita magari la squadra poteva vincere lo stesso e tutti erano contenti, oppure potevo fare benissimo e poi perdevamo comunque. Nel nuoto, invece, la responsabilità è solo mia, nel bene o nel male”. Basket che resta una delle sue più grandi passioni e quando torna in quel di Varese, dove abita, non manca mai di vedere una partita, lo stesso per l’Inter, altra sua grande passione. Uno dei nuotatori più promettenti, nonostante la giovane età, è già dal 2019 nel nuoto dei grandi, quando durante i Campionati italiani assoluti invernali dove segna il nuovo record italiano per i 100 metri rana. Il suo stile, la rana, che l’ha scelto come dice:“Ironicamente dico che non sono io ad aver scelto la rana: è la rana ad aver scelto me. Credo che questa sia la specialità più folle del nuoto, è molto tecnica, è estremamente atipica, non prevede una nuotata perfetta in senso assoluto: ognuno deve adattarsi secondo le proprie caratteristiche.”

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Le sue caratteristiche che furono subito chiare al suo ex allenatore Franco De Franco che ha pensato di far crescere il suo talento in questa specialità. Lo storico allenatore mancato pochi giorni dopo il bronzo olimpico nei 100m rana. Proprio le olimpiadi di Tokyo, le prime della sua carriera che l’anno visto scendere ancora una volta sotto il muro dei 58 secondi, una cosa emozionante e gratificante visti tutti i sacrifici fatti come ricorda spesso:“È stata un'emozione indescrivibile. Ho lavorato sei anni per 58 secondi: esserci al cento per cento, in quel preciso momento, quando è servito. E ho provato la gioia di sapere che in quel momento tutti i sacrifici erano stati ripagati”. Ma non è stata l’unica medaglia, c’è il bronzo con la staffetta mista 4x100 che ricorda come momento più divertente. Il 2021 non è stato solo caratterizzato solo dall’olimpiade ma anche dagli europei in vasca corta che l’hanno visto laurearsi campione d’europa sia nei 100 rana che nella staffetta e dal mondiale dove è riuscito a vincere ben quattro medaglie. Da un mondiale all’altro, a Budapest 2022, si conferma nella rana vincendo un altro oro. Sempre nello stesso anno, nella sua piscina preferita, quella del Foro Italico di Roma, conquistò ben tre ori nei 50, 100 e nella staffetta mista 4x100. Senza dimenticare i mondiali di Melbourne che l’hanno visto stare davanti ad uno dei più grandi, Adam Peaty, perchè come dice lui: “Per essere il numero 1 devi battere il numero 1”.

Stessa storia, stessi risultati per Nicolò, uno di quei nuotatori che di medaglie e di record se ne intende anche per i mondiali di Fukuoka e gli europei di Otopeni del 2023. Adesso nei mondiali di Doha ha centrato la qualificazione alle olimpiadi di Parigi 2024, contro chi ha come lui ha fatto la storia di questa disciplina come Peaty, concentrato e pronto lodimostrano le parole di Martinenghi: “Che bello sfidare il re della rana Peaty, ma ora penso solo a me”. Ma la gara è stata tutt’altra cosa, da cardiopalma fino l’ultima bracciata, la spunta lo statunitense Finke, secondo uno strepitoso Tete che si impone davanti al ritrovato Peaty. Tete è un vero proprio esempio, di talento abbinato al duro lavoro che l’hanno portato a raggiungere questi risultati.

Un esempio, un ragazzo umile, di provincia che quando torna a casa da una trasferta non vede l’ora di passare del tempo con gli amici. Un ragazzo semplice come tanti altri che è riuscito a realizzare il suo sogno. Ora testa al prossimo grande obiettivo.

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