Un pilota italiano, una promessa del futuro, che debutta in Formula 1 per la primissima volta proprio in occasione del round tricolore del mondiale: la pressione su Andrea Kimi Antonelli, ormai un anno fa durante le FP1 del Gran Premio d’Italia, era enorme. Il primo approccio del giovane bolognese con la Mercedes si è infatti concluso tragicamente, con un testacoda alla Parabolica che lo ha spedito contro le barriere. Un esordio demoralizzante, arrivato proprio mentre tutti si aspettavano l’annuncio ufficiale della sua promozione a titolare in Mercedes, squadra rimasta orfana di Lewis Hamilton passato alla Ferrari. Quell'incidente, figlio dell’inesperienza, rappresenta un passaggio quasi obbligato per ogni rookie (alla fine chi dei venti piloti in griglia non è mai andato a muro), ma nel caso di Antonelli sembra essersi trasformato in una sorta di trauma che continua a influenzare i suoi weekend di gara.

Da quel momento, infatti, Antonelli ha ammesso di affrontare i fine settimana con estrema cautela, soprattutto nelle sessioni di prove libere, dove tende a essere molto conservativo e impiega troppo tempo a trovare il ritmo. Il giovane italiano ha riconosciuto di aver “esagerato” a Monza, chiedendo troppo a sé stesso in occasione della sua primissima sessione ufficiale in F1. Da allora, la paura di sbagliare lo ha portato ad arrivare in qualifica con molti dubbi, sia sulla macchina che sulle condizioni della pista. “In Canada sono stato un po’ troppo conservativo, specialmente nelle prove libere, dove facevo segnare il mio tempo abbastanza tardi, proprio perché avevo bisogno di molti giri per arrivarci” ha raccontato a RacingNews365.

Proprio a Montreal, però, è arrivata la prima soddisfazione: Antonelli ha conquistato il suo primo podio in Formula 1. “Risultati come questo ti aiutano a fare un passo avanti. Ora è il momento di farlo,” ha spiegato. “In F1 oggi tutto è estremamente tirato, soprattutto in qualifica: anche un solo decimo può cambiarti la posizione in griglia. Non posso più permettermi di arrivare in qualifica con così tanti punti interrogativi e poca fiducia nel grip della vettura”. Anche perché, nonostante le incertezze le prestazioni parlano chiaro, ad Antonelli non manca né la disciplina, né il talento: “Ora è il momento di tornare un po’ più vicino all’approccio di Monza – non esattamente come Monza, ma abbastanza per essere pronto sin da subito”.

