Provocatorio, ma mai banale, che possa piacere o meno. È tornato Jeremy Clarkson, che non ha esitato a dire la sua dopo il licenziamento di Christian Horner da parte della Red Bull, la bomba delle ultime settimane in F1. È diretto come sempre, commentando sia la decisione presa dalla squadra che il futuro dell’inglese che, a detta sua, potrebbe persino avere davanti a sé un’opportunità per fare un ulteriore step in carriera, proprio come successo a Mr. Top Gear una volta fatto fuori dalla BBC nel 2015.

“Gli ho mandato un messaggio dopo che è uscita la notizia del suo licenziamento, facendogli notare che in passato ero stato nei suoi panni” ha scritto Clarkson nella sua rubrica per The Sun. “Gli ho spiegato che, quando ti svegli la mattina dopo, è facile pensare: ‘Beh, è finita’, ma nel mio caso non era finita affatto. Non avevo pestato un serpente. Stavo facendo carriera”. E a tenere banco, infatti, è proprio il futuro di Horner, perché una figura così di spicco non può che fare gola a tanti nel paddock. Eppure, Clarkson ritiene che una mossa in particolare sia decisamente da escludere. “In tanti dicono che andrà in Alpine” ha aggiunto. “Ma l’anno prossimo avranno i motori Mercedes, il che significa che Christian dovrebbe lavorare con il capo delle Frecce d’Argento, Toto Wolff, e dato che quei due proprio non si sopportano non riesco a vedere quella possibilità come concreta. Ferrari? Forse, ma questo significherebbe fare le valigie, trasferirsi in Italia e avere a che fare con Lewis Hamilton. Audi entrerà in F1 l’anno prossimo, così come Cadillac. Si parla anche di un interesse cinese verso la F1 e tutti loro sarebbero felicissimi di avere Horner”.
Rimanere nel paddock del circus, però, sembrerebbe l’opzione più realistica per un racer come l’inglese, da sempre abituato ad esserci e a ritagliarsi un ruolo da protagonista tra i più grandi. Non a caso, fu proprio lui a strappare Adrian Newey alla McLaren, mettendo poi in piedi un team che, a soli cinque anni dalla sua fondazione, trionfava tanto nel Mondiale piloti quanto nel Costruttori. Per Clarkson però, forse anche con un “filo” di sarcasmo, il futuro dell’inglese potrebbe essere lontano da quel mondo, rimarcando un percorso di cui lui stesso è stato il protagonista: “Il punto è che, come ho dimostrato dopo essere stato lasciato a casa dalla BBC, non devi necessariamente continuare a fare ciò che facevi prima. Io sono diventato un contadino. Partendo da questo principio, Horner potrebbe riemergere tra qualche anno come astronauta, o a bordo di un furgone dei gelati, o magari come Ministro degli Esteri”.

Sul tavolo, e tra le considerazioni di Clarkson, non c’è solo il futuro di Horner ma anche quello della Red Bull, che di fatto ha mandato a casa uno dei suoi pilastri. A sostituirlo sarà Laurent Mekies, promosso dalla Racing Bulls oltre che ex FIA e Ferrari, ma l’eredità di uno come l’ex team principal sembra difficile da raccogliere, complice la situazione complicata in squadra tra lotte interne e addii di tanti dei pezzi pregiati: “Guardate cosa è successo al Manchester United quando Sir Alex Ferguson non è stato più alla guida - tuona Clarkson. Considerato ciò questa squadra, un tempo grandiosa, potrebbe finire tra qualche anno in F4”. Ci va giù pesante, senza filtri, in perfetto stile Jeremy Clarkson.
