Semplice errore o ennesimo caso in Ferrari? È questo ciò che ci siamo chiesti quando, scrollando nel nostro feed di Instagram, ci siamo imbattuti in un reel pubblicato dall’account @Ferarripilots. Il testo è chiaro: “Il momento in cui realizzi che Lewis Hamilton ha messo mi piace al tuo post, concordando con la tua opinione, ma… Il team PR Ferrari dice “No” e lui toglie il like per proteggersi”. E il messaggio incriminato parla chiaro: l’esordio di Sir Lewis con la Ferrari è bel lontano dalle ambizioni che lo hanno accompagnato a Maranello, tra difficoltà in pista e fuori.

“C'è un profondo senso di delusione nel vedere come si sta sviluppando questa stagione di transizione di Lewis Hamilton alla Ferrari” si legge sul profilo Instagram della creator @Ferraripilots. “Sebbene la speranza per il suo storico ottavo titolo mondiale sia ancora viva, la realtà sta diventando sempre più difficile da ignorare. Il binomio, per quanto iconico sulla carta, finora non ha dato i risultati sperati in pista. Il pacchetto tecnico attuale della Ferrari manca della costanza e della velocità di cui Lewis ha bisogno”.
Ma non solo competitività e velocità, perché nella lunga analisi fatta viene considerato anche il rapporto tra Sir Lewis e la squadra: “Oltre ai problemi tecnici sembra esserci un crescente disallineamento, dalle strategie alle comunicazioni interne. È evidente anche che le differenze culturali possano avere un ruolo: Lewis, britannico, ora si trova a lavorare in un ambiente dominato da una struttura e da uno stile profondamente italiani - e l’adattamento non è stato semplice. Finora, il suo unico podio è arrivato in una gara sprint. Da allora, è seguito un progressivo scivolamento verso il centro dello schieramento, culminato in piazzamenti deludenti e ben lontani da dove dovrebbe stare un sette volte campione del mondo. Come tifosi, continuiamo a credere nella sua capacità di fare la storia. Ma questa stagione dimostra una cosa: il palmarès da solo non vince le gare. Servono prestazioni e sintonia”.

Un’analisi che non lascia spazio a interpretazioni, mentre tanti interrogativi sono sollevati da un semplice like. È stato un errore? O Hamilton condivide il discorso fatto? O magari quel like, per sbaglio, non lo ha nemmeno messo lui ma chi gestisce i suoi social? Tutte domande a cui è impossibile rispondere, almeno per ora. Ciò che è certo però è che, dopo un inizio da favola, la pista non ha consegnato le risposte che l’inglese, oltre che tutto l’universo Ferrari, si aspettava. Il periodo di adattamento è durato più a lungo del previsto, come testimoniato dal modo di comunicare estremamente diverso tra l’inglese e la squadra. Ci sono state incomprensioni, in pista ma non solo, così come a pesare è stato un feeling con la SF-25 mai trovato: una monoposto che non si adatta al suo stile di guida e lontana dall’essere competitiva. E sull’argomento, a Silverstone, Sir Lewis non ci ha girato intorno ai microfoni di Sky Sport: “Penso di sapere come spiegare al team ciò che non voglio nella prossima macchina”.

Una reazione c’è stata, ma non è ancora abbastanza e il lavoro continua. Nei prossimi giorni l’inglese sarà al Mugello per un test TPC - test con vettura degli anni precedenti - insieme a Charles Leclerc, importante poiché i due proveranno la nuova sospensione posteriore studiata da Loic Serra, il direttore tecnico della Scuderia, per arginare alcune delle difficoltà della vettura. Serve migliorare e tornare a vincere, per sorridere e lasciarsi alle spalle le difficoltà e i chiacchiericci degli ultimi mesi, questo compreso.
