Otto titoli Mondiali piloti e sei costruttori, oltre a 124 vittorie. Sono questi i numeri di Christian Horner da team principal della Red Bull, da sempre a capo della squadra sin dalla sua entrata in F1 nel 2005. Ha scritto la storia, facendo di un “team di bibitari” un colosso capace non solo di vincere, ma di dominare. Nessuno l’avrebbe mai detto vent’anni fa, eppure è la realtà. E negli stessi vent’anni l’inglese, da solo, ha vinto più del doppio rispetto alla Ferrari, che invece di titoli Mondiali ne ha conquistati a malapena tre. Due Costruttori e uno piloti, oltre a 66 vittorie.

Una statistica impietosa, che fotografa alla perfezione gli ultimi due decenni della Scuderia, al cui timone si sono avvicendati Jean Todt, che si apprestava a chiudere la sua epoca con il Cavallino Rampante dopo gli anni d’oro vissuti, Stefano Domenicali, Mattia Mattiacci, Maurizio Arrivabene, Mattia Binotto e Frederic Vasseur. Una mancata stabilità che non ha pagato e che, forse, non ha mai permesso di costruire un gruppo che avesse realmente gli strumenti per vincere, perché al primo errore l’ombra e il nome di un possibile sostituto iniziavano a circolare. Ed è la stessa cosa che è accaduta proprio in questa stagione, con Frederic Vasseur dato per partente al termine dell’anno: tante le voci su un possibile mancato rinnovo contrattuale visti i risultati deludenti, con una SF-25 incapace raggiungere l’unico obiettivo prefissato, quello di vincere. Doveva essere Antonello Coletta il suo sostituto, gran capo di quella Ferrari che, invece, proprio in questa stagione sta stravincendo ovunque, perché il gruppo Endurance da lui comandato non solo ha trionfato per la terza volta consecutiva a Le Mans, ma ha anche vinto tutte le gare finora disputate nel Wec.
Poi la notizia di Horner, con gli scenari che cambiano in attimo. Il suo nome fa gola a tanti, perché uno che in carriera ha vinto così tanto non può non attrarre a sé la luce dei riflettori. E tra quei tanti c’è anche la Ferrari, tant’è che iniziano a circolare anche i primi fotomontaggi dell’inglese con una divisa rossa, la stessa che avrebbe potuto già indossare quando, nel 2022, ci fu un primo approccio con la Scuderia. La risposta però fu un secco “No, grazie”, visti anche i periodi d’oro vissuti a Milton Keynes, prima con Sebastian Vettel e poi con Max Verstappen. Eppure, ad oggi il suo arrivo a Maranello sembra tutt’altro che uno scenario possibile. Dopo le indiscrezioni sul futuro di Vasseur messe a tacere, seppur quasi indirettamente, dall’amministratore delegato della Ferrari Benedetto Vigna, il rapporto professionale tra il francese e la squadra sembrerebbe destinato ad andare avanti, invertendo quel trend di instabilità che, numeri alla mano, ha portato a poche vittorie e tante batoste.

Prendere un nuovo team principal avrebbe significato dover iniziare tutto daccapo ancora una volta, uno scenario lontano dall’essere ideale vista soprattutto la rivoluzione regolamentare che debutterà a partire dal 2026, con una macchina sviluppata - come già successo tante volte - da un gruppo di lavoro ormai non più al comando. Senza dimenticare che, meno di un anno fa, lo stesso Vasseur sembrava essere diventato il salvatore della Scuderia, vista la seconda parte di Mondiale da protagonisti del 2024 arrivata dopo una scalata costante iniziata nel 2023, il suo primo al timone della Ferrari. Dal canto suo Horner è un vincente e a parlare per lui sono i successi conquistati, ma a Maranello - quantomeno per ora - la linea scelta sembrerebbe essere quella della continuità, complici anche le vicissitudini extrapista vissute dall’inglese.
Nel frattempo però il lavoro dietro le quinte non si ferma, visto il tempo che continua a scorrere dall’ultima vittoria conquistata, in Messico nel 2024. Nei prossimi giorni Hamilton e Leclerc scenderanno in pista al Mugello per un test in cui verrà provata la nuova sospensione posteriore, componente che dovrebbe permettere alla SF-25 di sprigionare il proprio potenziale. Un aggiornamento necessario per tornare a lottare con continuità, perché ancor prima di iniziare l’ennesimo toto nome serve vincere, ora più che mai.
