Non c’è pace per Kimi Antonelli, che a Silverstone è costretto a lasciarsi alle spalle un’altra gara da dimenticare. Il secondo zero consecutivo dopo l’errore del Red Bull Ring, perché sotto la pioggia inglese va tutto male. Al via l’azzardo strategico di montare le gomme slick non paga, complice una Virtual Safaty Car sfortunata, mentre al diciottesimo giro ogni speranza va definitivamente in fumo: in pista non si vede nulla e, arrivato a Copse, l’italiano è centrato in pieno dalla Racing Bulls di Isack Hadjar, finito violentemente contro le barriere. Sembra poter continuare, ma cinque giri più tardi è costretto al ritiro: sono troppi i danni al fondo della sua W16 che, infatti, non sta in pista.

E al termine della gara non può che analizzare quanto successo con tanta delusione, perché dopo l’incidente con Max Verstappen, a Silverstone tocca nuovamente voltare pagina: “Sembra proprio che in questo momento stia andando tutto male ed è difficile trovare degli aspetti positivi”, ha spiegato l’italiano ai media, come riportato da Racingnews365. “Abbiamo fatto una scommessa al primo giro che però non ha funzionato, perché quando sono rientrato ai box è uscita la VSC e non riuscivo proprio a portare in temperatura le gomme, così sono tornato alle intermedie”.
Poi l’incidente che lo ha messo ko, risultato – suo malgrado – delle condizioni complicatissime di quegli istanti: “Ovviamente la visibilità era estremamente scarsa e, non so perché, me lo aspettavo. In quel momento sono stato fortunato a riuscire a restare in pista, perché l’impatto è stato enorme, ma è un peccato finire con un altro zero”. Kimi ha cercato sì di continuare, ma con i danni riportati alla W16 era una missione impossibile: “Ho perso circa 100 punti di carico aerodinamico perché l’intero diffusore era andato ed è stato estremamente difficile tenere la macchina in pista”.
Eppure, anche in un momento difficile come questo ecco che la gentilezza, oltre alla grande maturità, vengono fuori. Prendersela con Hadjar sarebbe stata la cosa più facile da fare, ma così non è stato, perché in quelle condizioni un errore del genere avrebbe potuto commetterlo chiunque: “Non c’è nessuno da incolpare. Quando mi hanno detto che la gara sarebbe ripartita ero un po’ incerto, perché la visibilità era ancora molto scarsa a basse velocità. E ad alte velocità sarebbe stata ancora peggiore…anche Isack era semplicemente un passeggero. Ho frenato un po’ prima, proprio perché era così difficile vedere dove fosse la curva e Isack non poteva vedermi”. Adesso serve un calcio alla sfortuna, per ripartire ancora più forte e continuare quel percorso di crescita che, dopo 10 gare dall’inizio della sua avventura in F1, lo aveva fatto salire sul podio di Montreal, terzo e perfetto nel difendersi dagli attacchi di Oscar Piastri. Una stagione di alti e bassi da non condannare e la prima lezione in tal senso arriva proprio da Toto Wolff, che non ha mai smesso di affiancare Kimi, nel bene e nel male.
Nel corso di una lunga intervista rilasciata a La Stampa alla vigilia di Silverstone, infatti, l’austriaco è stato chiarissimo: “Sono sempre stato pronto a dargli tempo, non gli ho mai messo pressione. A me va bene che prenda rischi, che esplori il limite. Gli errori fanno parte del gioco […], preferisco dover frenare un purosangue che spingere un asino. Se hai velocità e intelligenza i risultati arrivano”. E sulle aspettative riposte su di lui è totale: “Kimi ha tutte le capacità ma bisogna tenerle a bada, soprattutto in Italia, dove lo avete definito già una leggenda”.

