Il primo podio, quello che non si scorda mai. Si racconta ancora del primo di Lewis Hamilton, di Max Verstappen o di Charles Leclerc, si festeggia da un mese ormai quello di Kimi Antonelli. In griglia però, c’era ancora un pilota che, nonostante i quindici anni di carriera nel mondiale (con qualche pausa nel mezzo), il primo podio non l’aveva mai conquistato. Ed era diventato un record divertente per i tifosi ma dolceamaro per il tedesco, che di buone prestazioni ne ha dimostrate tantissime ma che, per un motivo o per un altro, non era mai riuscito a consacrare nulla. A Silverstone però, dopo una gara ricca di azione e colpi di scena, con la pioggia inglese che ha mescolato tutte le carte in tavola - e Lando Norris che ha trionfato dopo una lotta di sopravvivenza praticamente - il pilota della Stake F1 Team è riuscito a tagliare il traguardo in terza posizione.

Un risultato incredibile, che ha portato tutto il team ad emozionarsi - vista anche la performance mai del tutto positiva della propria monoposto, difficile da guidare nella prima parte della stagione - e a celebrare “Hulk” come se avesse vinto il mondiale. Abbracci, pacche sulla schiena e urla di gioia: il parco chiuso di Silverstone aveva solo un protagonista. Il weekend del tedesco è stato pura follia, così desiderato e sognato che anche tutto il paddock ha deciso di celebrarlo: sono virali le immagini della Mercedes e della McLaren che portano bottiglie di champagne nell’hospitality del team gestito da Mattia Binotto (impreparato per una situazione del genere e senza bevande per festeggiare). Max Verstappen invece, che a Silverstone trova forse uno dei punti più bassi della sua stagione tra errori e delusioni, ha regalato al suo collega un viaggio di ritorno a Monaco di lusso, sul suo jet privato, per continuare le celebrazioni.
E poi, c’è la reazione più tenera di tutte: quella della piccola Noemi, la figlia del pilota della Stake, che davanti alla televisione del salotto salta e festeggia il suo papà. Lei, che quando è in pista diventa una delle celebrità più esuberanti, curiosissima e sempre al centro dell’attenzione, con le cuffie e lo sguardo attento nel box di Hulkenberg, ha fatto il giro dei social media, con tanto di riprese dai tifosi che si dichiarano tanto contenti quanto la bimba per il risultato raggiunto dal tedesco. “Facile portare a termine 239 gare senza un podio, perché sapevo che prima o poi sarebbe arrivato” ha subito raccontato il pilota della Stake ai microfoni di F1TV. “Era una questione di tempo. Ovviamente mi sento soddisfatto, ma anche un po’ vuoto in questo momento: è stata una montagna russa e ora dovrò metabolizzarlo. Ieri, se ci penso, eravamo virtualmente ultimi. Oggi è uno dei giorni più belli della mia carriera invece".
Docce di champagne e festeggiamenti a parte, in realtà il risultato ottenuto da Nico Hulkenberg casca perfettamente in un periodo in cui la Formula 1 ha bisogno di vedere cosa succede quando si lavora bene. Si parla in continuazione di cambi, tra piloti e team principal, a tal punto che tre quarti delle squadre presenti al momento in griglia sembrano nuove, soprattutto in casa Ferrari, con Fred Vasseur ancora sulla bocca di tutti per il probabile addio alla rossa. Quello che deve far riflettere però, è il fatto che a capo del team con cui il tedesco ha conquistato il podio con una vettura da ultima fila c’è Mattia Binotto, il predecessore di Vasseur, che è stato cacciato dalla Ferrari dopo delle stagioni prive di successi. Il risultato della Stake ricorda (a chi se lo dimentica forse un po’ troppo spesso) che il motorsport è uno sport di squadra e che si vince e si perde tutti insieme - e che se si lavora nella giusta direzione si ottengono anche i risultati più inaspettati.

