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È TORNATO IL CORTO MUSO: com’è andata la prima conferenza stampa di Max Allegri al Milan? Finalmente un allenatore che non parla come un automa, tra “catenaccio no”, i (pochi) capelli in testa e il dolce “trilece” di Igli Tare

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

  • Foto: Ansa

7 luglio 2025

È TORNATO IL CORTO MUSO: com’è andata la prima conferenza stampa di Max Allegri al Milan? Finalmente un allenatore che non parla come un automa, tra “catenaccio no”, i (pochi) capelli in testa e il dolce “trilece” di Igli Tare
Lui è tornato. Massimiliano Allegri si è presentato come il nuovo allenatore del Milan. “Bentornato”, gli dicono tutti in conferenza. Perché finalmente c’è qualcuno che non parla come un automa, nel bene e nel male. Già qualche perla l’ha lanciata, tra il “catenaccio no” e le telefonate con gli amici (e Thiago Silva). E Carlo Pelegatti chiede a Igli Tare del dolce “trilece” che potrebbe arrivare dal mercato

Foto: Ansa

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Bentornato Max. Praticamente tutte le domande in conferenza stampa cominciano così. Sono tutti contenti che Massimiliano Allegri sia di nuovo sulla panchina del Milan. Lo sono i tifosi (in gran parte), che sperano in un primo anno con già delle soddisfazioni; lo sono i giornalisti, perché finalmente nei prepartita si potrà cogliere qualcosa per il titolo. Non che nella conferenza di presentazione si sia detto troppo al di fuori del copione: lavoriamo, pensiamo all’oggi, Rafa Leao è un grande giocatore, a marzo vedremo, intanto torniamo in Europa, poi chissà. Il mercato? Non si parla dei giocatori delle altre squadre. Dusan Vlahovic? Ragazzo straordinario ma è delle Juventus. Ma è tra una domanda e l’altra che Allegri si diverte. I giornalisti ci provano in ogni modo a strappare già il primo meme della stagione tirando fuori il corto muso, il “calcio è una cosa semplice”, l’intenditore di ippica e la difesa prima di tutto. Su questo arriva la domanda del professor Franco Ordine: “Dato che sulle altre cose fa catenaccio, almeno diamo un po’ di notizie spicciole…”. “Catenaccio no, sennò dite che faccio catenaccio. Invece si gioca offensivi”. E ancora Ordine: “Si va col 4-3-3?”. Di nuovo Allegri: “Dove?”. E si ride, Max ride, ridono tutti.

Era da tanto tempo, forse da Josè Mourinho alla Roma, che non c’era così tanta attesa per il ritorno di un allenatore. È così perché con Massimiliano Allegri si vince, giocando male ma si vince, e perché finalmente chi parla sembra umano e non un automa, uno che racconta le battute con Thiago Silva, delle chiamate di un amico di Livorno che gli ricorda dei capelli caduti. “Quando hai la palla devi cercare di attaccare bene e fare gol, quando non hai la palla devi difendere bene e non prendere gol”, lineare, come sempre. E poi qualcuno finalmente lo dice: “Appena lei entra in conferenza c’è questa atmosfera di felicità e allegria, come il suo cognome…”. “Divertirsi, con grinta, vincendo”, dice Max, questa è la formula. Non ha scoperto niente, eppure piace; ha lanciato i trend (l’ippica, il corto muso, “se vinci sei un bravo ragazzo, se perdi…”) come gli influencer. Questa conferenza la chiude Carlo Pellegatti, che torna prima sul campo e chiede se Max non è stanco dell’etichetta di allenatore difensivista. Il mister risponde che il calcio si gioca in squadra, ma che se i singoli non sono all’altezza il giochino non funziona. E poi la domanda - l’unica della conferenza – a Igli Tare: dal mercato arriva il “trilece”, dolce della tradizione albanese? O meglio: il Milan lo compra Ardon Jashari, centrocampista del Club Brugge? La volontà c’è, dice il ds. Almeno a dicembre, per mangiare il trilece, Allegri ci arriva, se poi sarà corsa scudetto o Champions si vedrà, ora conta solo il lavoro. Il copione è lo stesso, sono le “pause” ad essere differenti. Spenti i microfoni, “grazie e arrivederci” e si ride. Bentornato Max.

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