“Non basta nuotare, l’acqua bisogna scuoterla. E credere di essere un pesce” diceva Filippo Magnini, in una frase tanto semplice quanto concreta oggi valida per tutti i nuotatori, quelli della generazione di Federica Pellegrini e quelli che hanno preso tra le mani la loro eredità, dandoci oggi grandi speranze per il futuro del nuoto internazionale. Tra di loro spicca sicuramente un ragazzo dalla carriera iniziata presto, tra sacrifici, competizioni su competizioni, tempi da migliorare per arrivare a fare la storia di questo sport.
Nel nuoto, come in tutti gli sport ad alto livello, il talento è necessario ma nel lungo periodo non basta. Il duro lavoro ripaga sempre e questo lo sa Thomas Ceccon. Lui classe 2001, una faccia pulita, un volto che non lascia trasparire emozioni neanche nel momento più importante della sua carriera. Schivo e autocritico perché forse tutto questo, è troppo da metabolizzare anche per quel bambino di otto anni che iniziò nuoto spinto dai genitori ed influenzato dai risultati e dalla passione del fratello Efrem.
Una passione che si trasforma in qualcosa di più e che mette in luce il talento, la voglia di ottenere dei risultati. Ma a quei tempi chi si sarebbe mai aspettato di vedere quel bambino nuotare in vasca contro i giganti del nuoto contemporaneo? Forse nessuno, neanche lui. Ora invece la storia si ribalta: chi non scommetterebbe su Thomas Ceccon? 22 anni e già un record del mondo sui 100 dorso, un nuotatore completo come pochi in Italia, uno che si cimenta su più stili, dal dorso alla farfalla passando per gli stili misti e lo stile libero, lo rendono uno dei nuotatori più eclettici del nuoto contemporaneo, lasciando pensare che per il futuro possa ancora mostrare il meglio di sé su una o più categorie.
E poi Ceccon è uno di quelli che non si accontenta mai. Lo si capisce dalle interviste dove spiega la sua filosofia: se ad una gara conquista il record del mondo dopo quel successo bisogna provare a farlo in una specialità diversa. Nonostante la giovane età il suo bagaglio conta già due Olimpiadi, quella giovanile di Buenos Aires nel 2018 dove vinse un oro, due argenti e due bronzi e quella di Tokyo del 2020 dove vinse con le staffette un argento e un bronzo. Il suo palmares potrebbe continuare se consideriamo anche i titoli nazionali ed europei, ma sulla sua testa pesa il record del mondo sui cento metri dorso ai Mondiali di Budapest del 2022 e qui la giovane età traspare, nelle parole: "Vedevo gli avversari abbastanza dietro quindi ho capito che stavo andando forte. Non si vedeva dalla mia faccia ma dopo il tocco ero abbastanza contento".
Freddo, concentrato e duro con sé stesso ma alla fine - sotto quell'immagine da sportivo iper agonistico - sotto barba o baffi e capelli lunghi, che decide se tenere o tagliare prima delle gare, Ceccon resta sempre quel ragazzo umile e con i piedi per terra ma per il mondo esterno è molto di più, il favorito, quello da battere. Uno sportivo low profile. Questo per restare concentrato sui suoi obiettivi, salvaguardare la salute mentale tema che ha toccato anche i campioni Adam Peaty e Caeleb Dressel. Perché quando i riflettori si spengono, resti tu, una corsia, un tempo da battere e una motivazione da tenere alta. L’ultima uscita del nuotatore veneto è stata per l’europeo in vasca corta del 2023, avventura particolare dove è stato squalificato, in due gare, per un’infrazione nella virata. Una prima volta che lascia l’amaro in bocca ma non fa sicuramente dubitare del suo talento.
Ora mancano meno di duecento giorni alla gara dell’anno, ma non la sola importante perchè ci sono anche i campionati del mondo. Tutto torna, come dice sempre, e l’Olimpiade di Parigi è sicuramente l’occasione giusta per puntare in alto, in quello che potrebbe essere il suo massimo dopo anni di lavoro per arrivare lì, tra i grandi di tutto il mondo. Per il resto parlerà l'acqua.