È l'ultimo sabato di novembre, a San Sebastian de los Reyes - comune di settantamila abitanti nella periferia nord di Madrid - il cielo terso e un sole luminoso allontanano inerzie pigre ed indolenti che spesso l'inverno porta con sé. Nella piazza centrale, davanti all'elegantissimo ayuntamento - il municipio, un palazzo bianco adornato di rifiniture giallo zafferano - non si riesce a camminare. Tutta la cittadina si è riversata in strada, radunandosi attorno ad uno spiazzo, cintato da transenne e addetti alla sicurezza - al centro del quale è parcheggiata una MotoGP viola col numero uno dorato sul cupolino. La Desmosedici GP24 Prima Pramac l'ha lasciata lì Jorge Martín, il neo campione del mondo della MotoGP, al termine di una parata gioiosa tra le vie del paese in cui è nato il 29 gennaio del 1998.
Non smette di firmare autografi e scattare selfie, Jorge, che sulla schiena - sopra alla giacca beige - lascia penzolare la bandiera spagnola col toro di Osborne in mezzo, come ha sempre fatto ogni volta (sono già diciotto) in cui ha vinto una gara del Motomondiale. Poi in qualche modo riesce a farsi spazio tra la sua gente, infilandosi in un pertugio che gli consente di salire su un palcoscenico installato su un lato del piazzale. Parte un applauso scrosciante, mentre dalle classe e dagli altoparlanti fluiscono le note di Sweet Child O' Mine, dei Guns N' Roses. È un momento perfetto, Jorge Martín giustamente sorride, quasi si commuove, se lo gusta tutto: il cucciolo di San Sebastian de los Reyes è tornato a casa (da qualche anno vive ad Andorra) con un trofeo che da quelle parti era apparso solamente nei sogni più lieti. Ora Martinator lo alza al cielo, sembra offrire quella famosa spriale di tessere (l'ultima delle quali, quella più in alto, porta il suo nome), che contiene le storie più leggendarie del motociclismo, al pubblico. Infine entra nel municipio, viene accolto dal sindaco, appoggia il trofeo ed il casco dorato sulla sua scrivania per una foto ricordo, prima di affacciarsi sul balconcino che domina la piazza e ricevere un'ovazione ancor più tonante della precedente: è la consacrazione definitiva. Jorge Martín è davvero il Re di San Sebastian.
"È stato meraviglioso, dopo sei anni (parla del titolo vinto in Moto3 nel 2018, ndr) sono ancora qui da campione del mondo, ma della MotoGP. È l'esperienza massima, definitiva. Fare la parata qui nella mia città è stato qualcosa di fantastico. I festeggiamenti finora sono stati molto meglio di quanto mi sarei aspettato, avrò tempo di concentrarmi sul 2025 ma per ora voglio solo godermi il momento. Non mi sarei mai immaginato di essere sulla lista dei campioni del mondo della MotoGP, anche se l'ho sempre sognato. Spero sia solo l'inizio (ride, ndr)".