Pecco Bagnaia ad Aragon è stato un fabbro. È partito dalle FP1 con la moto di Silverstone e non l’ha voluta toccare. Ha picchiato tre decimi al compagno di squadra in qualifica abbattendo il record sul circuito. È scattato dalla pole ed è rimasto lì fino alla bandiera a scacchi. Con un Marc Marquez rabbioso, che voleva riprendersi le chiavi di casa. Marquez che rimane appeso per tutta la gara ed insidia, studia, si fa sentire. Il muretto che scrive 93, scrive MARQUEZ, scrive distacchi che sono briciole.
Pecco Bagnaia però non è arrivato davanti ad Aragon senza aver sudato. Prima di vincere ha imparato a perdere, ha perso tanto e sempre per poco, ha imparato a sentirsi dire che forse non era adatto a guidare una Ducati rossa. Poi ha vinto così, rispondendo con superiorità agli attacchi di Marc Marquez. Come se lo spagnolo non ci fosse, senza guardarlo in faccia.
Oggi Pecco Bagnaia ha riaperto il mondiale: 53 punti da Fabio Quartararo non sono pochi, ma ora arriva Misano. Poi l’America e ancora la Riviera, tre gare per tornare a sognare forte. È ancora durissima, ma forse non è solo il mondiale ad essere riaperto, è anche il pilota ad essere cambiato. Anzi, è già così. È già cambiato e sarà dura per tutti.
“Volevo vincere prima! - scherza Pecco durante l’intervista a Sky - Una vittoria non te l’immagini mai secondo me, viene quando tutto è a posto e oggi è stata una grandissima vittoria. Ho poco da dire, sapevamo di essere forti e che Marc era quello con il passo un po’ più veloce, quando ho visto che alla prima curva ero primo ho cominciato a spingere come un matto e sapevo che avevo Marc dietro. Ho fatto tutta la gara leggendo più zero - Marquez. Gli ultimi giri sono stati difficilissimi, non vedevo l’ora che finissero perché Marc continuava a passarmi, però alla fine ce l’abbiamo fatta ed è un’emozione incredibile. Non era scontato, sono venuto qui venerdì con un sacco di domande su questa pista perché non ero mai riuscito ad andarci forte e non ero mai riuscito ad andare a punti. Quest’anno da quando sono entrato in pista nelle FP1 tutto era perfetto e funzionava bene, in qualifica abbiamo fatto un tempo della madonna ed è stato una gara incredibile. Non so quanto abbiamo dato a Joan Mir terzo, ma oggi il passo era veramente infuocato”.
Poi racconta gli attacchi di Marc Marquez: “Sapevo che era un osso duro qui. Tutto il weekend lo è stato ed è una pista sinistrorsa quindi lui è molto forte in piste così e qua ha sempre dominato. Anche nella lotta è molto forte, però quest’anno noi siamo cresciuti molto nella battaglia e mi è capitato spesso di rimontare da dietro. Quando ho visto che mi ha iniziato ad attaccare, provavo ad incrociare e riuscivo. Sapevo di non doverlo lasciare davanti perché con le gomme usate non è mai facile passare, è quasi sempre meglio stare davanti e l’ultimo giro quando mi ha passato alla 12 ho provato a spingere le ultime quattro curve, perché la Honda gira un po’ più stretta. Quando ho visto la bandiera a scacchi è stato gustoso, mi sono emozionato molto".
Poi conclude: “Ogni situazione persa mi ha fatto accumulare molta rabbia dentro. E non è facile gestire questa cosa, perché molto spesso poi vai a casa, magari sei sui social e guardi i post e leggi insulti, insulti, insulti. Sapevo che questa pista era difficile ma dalle situazioni difficili spesso nasce qualcosa di buono, quindi siamo riusciti a rigirarla e far sì che la mia prima vittoria in MotoGP arrivasse in una pista ostica per me, è una giornata bellissima”.