Bianco come un pezzo di carta, scompigliato in testa come non capita mai di vederlo e con un sorriso che la dice lunga, oltre al tradizionale pollice tirato su, a voler dire che sì, è andato tutto fin troppo bene. Pecco Bagnaia, nel selfie fatto sul letto d’ospedale per rincuorare tutti sulle sue condizioni di salute, non ha chiaramente una bella cera. Però in testa ha già Misano. Perché stare troppo a rimuginare su quello che sarebbe potuto accadere non fa parte del modo di pensare di un pilota. E meno che mai di un campione. Un campione guarda avanti: la prossima gara, la prossima sfida. Per lui, fortunatamente, sarà a Misano, visto che anche gli ulteriori accertamenti effettuati escludono fratture. Solo tante contusioni, un gran dolore al coccige e la paura. Tutta roba che durerà il tempo di rimettere i piedi sulle pedane della Desmosedici e andare a prendersi quel titolo mondiale che, almeno fino a Barcellona, sembrava già nelle sue tasche.
Rivedere quello che è successo, semmai, servirà per capire con esattezza cosa possa aver provocato quel volo tremendo alla seconda curva del GP di Barcellona. Cadute così in MotoGP non se ne vedono più. E sulle prime è venuto da pensare all’elettronica. Poi, però, è stato lo stesso Pecco Bagnaia a spiegare che invece potrebbe essere partito tutto dagli pneumatici.
“Non è stato un highside normale – ha detto - ed è molto difficile per me trovare una spiegazione a quanto accaduto. E' stata una caduta molto strana e per fortuna non ho riportato conseguenze di particolare gravità. Già nel giro di ricognizione ho notato che avevo poco grip al posteriore. Ora proveremo il tutto per tutto per tornare in pista già nel GP del prossimo fine settimana a Misano”. Poco grip al posteriore, come ha poi confermato anche nelle successive interviste, lasciando intendere che il feeling con le gomme non c’era già dai minuti che hanno preceduto la partenza.
“Il pilota non ha fatto niente di diverso dal solito, questo dicono i dati che abbiamo già avuto modo di esaminare” – hanno fatto sapere da Ducati. Niente gas aperto troppo presto, dunque, nessuna anomalia nel funzionamento dei controlli elettronici, con il dito che finisce inevitabilmente puntato sulle gomme. Anche se ci sarà tempo per capire bene. Magari già da quella Misano che ora per Pecco non sarà più solo il gran premio di casa, ma la gara per capire se quel tremendo volo e tutto quello che è successo dopo hanno lasciato una qualche ferita che non è nel corpo, ma più in profondità.