L’immagine di Pecco Bagnaia a 91 punti da Fabio Quartararo era un po’ quella di un volo che punta dritto al suolo, pronto a schiantarsi tra le urla dei passeggeri. Qualcuno, in quel momento, ha preso la cloche e raddrizzato l’apparecchio a bassa quota, quando altri l'avrebbero dato per perso. Quattro mesi dopo, a Valencia, Bagnaia ha messo una tessera col suo nome nella grossa coppa con tutti i vincitori del titolo MotoGP. È la rimonta più grande della storia, a 50 anni da Agostini e MV Agusta, portata a termine con una Ducati che aspettava da 15 anni. Una fatica per cui mettere il numero uno sul cupolino è stato quasi un dovere. Naturale quindi vederlo in prima fila ai Caschi d’oro di Motosprint, che giunti alla 43° edizione rappresentano ormai una sorta di status per chi ama il mondo delle corse. Pecco ritira il suo dopo Enea Bastianini, premiato come miglior pilota indipendente del 2022, e comincia raccontando a Barbara Pedrotti (che presenta la serata) la domenica di Valencia: “È stata una giornata lunghissima, non finiva più - le sue parole - La gara anche, infinita. Però alla fine ho cercato di godermela, perché sapevo che ci avrebbe portato al sogno, quello della mia vita e della Ducati, oltre che dell’Academy di Valentino Rossi che ha conquistato il suo primo titolo in MotoGP. Sapevo che alle mie spalle c’era tutto questo ed è stato molto pesante, ma appena ho tagliato il traguardo ho pensato di avercela fatta, un momento fantastico. Spero ce ne siano tantissimo altri, ma averne uno mi rende già contento”.
Fabrizio Porrozzi, direttore di Motosprint che ogni anno organizza i Caschi d'oro, ha voluto sapere come ha fatto Bagnaia a gestire il recupero: “All’inizio abbiamo avuto un po’ di complicazioni con la moto nuova, non riuscivamo a farla andare come quella del 2021”, la risposta di Bagnaia. Troppe novità rispetto all’anno prima quindi, un qualcosa che difficilmente vedremo anche nel 2023. “Quando abbiamo accettato i nostri errori abbiamo fatto un grandissimo passo in avanti, oltre ad un lavoro incredibile con quello che avevamo. Io ho buttato via tanti punti per i miei errori, ma sono sempre dell’idea che senza sbagliare non si impara. E credo di aver imparato molto l’anno scorso e questo ci ha permesso di correre una stagione incredibile in cui tutto ha funzionato al meglio. Abbiamo portato a casa il massimo e sono molto orgoglioso”.
Infine Guido Meda, che la premiazione l’ha fatta trasmettere sia sul canale 208 di Sky che in diretta streaming, gli domanda se ritrovare sé stesso non sia stata di per sé una vittoria. Al che Bagnaia risponde, come sempre, con grande sincerità: “Sono una persona estremamente ambiziosa e determinata, sapevo che sarebbe stato molto difficile ma sapevo anche che un minimo di luce in tutto questo c’era. Di solito quando ti trovi a metà stagione con quel distacco pensi sia finita, però alla fine a mezz’oretta dalla gara del Sachsenring mi sono ripreso, ci ho creduto di nuovo. C’è stata una riunione molto importante prima di Assen, dove abbiamo tirato un po’ una riga e siamo ripartiti da zero: è stato fondamentale per questo risultato, come hanno detto loro (Dall’Igna, Ciabatti e Tardozzi, ndr.) e come ha detto Enea siamo un team molto unito. Quando sono arrivato nel team ufficiale avevo un po’ di paura, perché le voci che giravano non erano il massimo. Però devo dire che da quando sono entrato, anche grazie a Jack Miller, siamo riusciti a creare un clima fantastico nel box, si viveva serenamente. Sono sicuro che con Enea faremo lo stesso, sarà tosta perché tutti e due siamo lì per vincere, però siamo intelligenti e sappiamo benissimo che lavorare insieme ci porterà a stare davanti”.