Quello di guardarsi indietro è spesso un bel momento perché, quando succede, ci si ritrova con una consapevolezza diversa. Lo sa bene Francesco Bagnaia, che sta affrontando la pausa estiva senza lasciarsi andare alle vacanze per affrontare la seconda parte di stagione nel migliore dei modi. Il mondiale, che sarebbe il secondo consecutivo nonché il terzo della sua carriera, sembra poterlo solo perdere: i primi rivali sono Jorge Martín a 35 punti e Marco Bezzecchi a 36. Se è vero che in un weekend i punti per chi vince entrambe le gare sono 37 e che lo stesso Bagnaia l’anno scorso ne ha recuperati 91, è altrettanto vero che i primi a giudicarlo pressoché irraggiungibile sono proprio i suoi rivali. Pecco è un tutt’uno con la moto, che ha messo a posto più in fretta rispetto al 2022, e sta trovando un approccio leggermente più conservativo alle diverse situazioni, perché ad oggi è forse l’unico pilota in griglia a non dover dimostrare di saper vincere una gara. Ecco perché guardarsi indietro e ricostruire un po’ del suo cammino non è solo una soddisfazione pensando al presente, ma anche un aiuto nei momenti più duri. Che, spiega lui in un’intervista rilasciata a Speedweek, li ha vissuti proprio durante il suo approdo al motomondiale, subito dopo il terzo posto ottenuto nel 2012 correndo nel campionato spagnolo, il CEV Moto3: “Ho sempre lottato per stare davanti contro Rins e Marquez (Alex, ndr). Poi ho capito che non ero ancora pronto per il mondiale e la mia idea era rimanere nel campionato spagnolo per un altro anno”.
Eppure l’occasione rende l’uomo ladro, succede anche nelle corse. Così, invece di correre per un altro anno nel CEV - e magari vincerlo - Pecco è passato al mondiale Moto3 nel 2013, in sella alla Honda del Team Italia condivisa con Romano Fenati: “È stato l'errore più grande della mia carriera. Ero un pilota Dorna e mi volevano nel Mondiale, ma questo passo è stato prematuro”. Il ragionamento è chiarissimo: se arrivi da campione, avrai un trattamento all’altezza e l’esperienza per farne qualcosa di buono. Invece, l’esordio nel mondiale è stato durissimo, con un 16° posto come miglior risultato in Malesia. “Questa esperienza mi aiuta a padroneggiare situazioni difficili oggi. Perché quella volta ho imparato a non arrendermi mai”.
Da lì il contatto con Jorge Martinez ‘Aspar’, che decise di affidargli la piccola Mahindra Moto3 con cui Pecco riuscì a vincere due GP in una sola stagione (nel 2016, in Olanda e Malesia) conquistandosi anche un test con la MotoGP grazie ad una scommessa vinta con Gino Borsoi. “Ogni tanto mi ritrovo con Jorge Martinez e la squadra”, ha raccontato Pecco, che quegli uomini e quella moto indiana li ha trovati anche a Valencia, dopo aver vinto il suo primo mondiale. “All’epoca mi hanno dato la motivazione per tornare al top e sono molto grato per questo".