A 15 anni di distanza dal ‘Crashgate’ del GP di Singapore 2008, l’intervista rilasciata da Bernie Ecclestone insieme alla volontà di Felipe Massa di intraprendere un’azione legale per tentare di ottenere la riassegnazione del titolo di quella stagione, hanno fatto si che la questione tornasse nuovamente a galla. Tra i vecchi dissapori c'è quello che vede opporsi Nelson Piquet Jr., considerato l’esecutore materiale dell’incidente e uno dei mandanti, Flavio Briatore. All’epoca team principal della Renault, fu accusato insieme a Pat Symonds. Il risultato? Squalifica a vita per entrambi dalla Formula 1, anche se anni dopo un tribunale francese ha cancellato la pena. Il tutto per permettere a Fernando Alonso di vincere. Il caos esplose nel 2009, quando Nelson Piquet Jr., insieme a suo padre, raccontò tutto.
Ora il pilota è tornato di nuovo sull’accaduto: “Mio padre non andò a nessuna gara in quel primo anno, avevo solo Flavio, che era il capo della squadra e il mio manager. E non era solo il mio manager, ma anche di altri sei piloti sulla griglia. E poi il suo modo grottesco di comportarsi non era solo quello che si vede in TV era molto peggio. Ero solo e mi ha destabilizzato in un modo tale che a volte la gente non capisce tutto quello che ho passato”. Assecondando i vertici del team Piquet fece in modo di garantirsi il prolungamento del contratto per la stagione seguente. Poi la doccia gelata, infatti Briatore decise di rompere i rapporti con il pilota, scatenando di conseguenza la reazione della famiglia: “Hanno rotto il mio contratto e hanno detto che Grosjean avrebbe preso il mio posto, mi hanno trattato come un cane. A quel punto ho detto: ‘Visto che mi state gettando via come spazzatura, credo che dovremmo mettere le cose in chiaro’. È stato allora che tutti hanno scoperto la storia, che per me è stata orribile. È stato molto traumatizzante, e lo è ancora, perché molte persone giudicano senza capire la storia”.