C’è sempre una prima volta e per Ducati quella prima volta è arrivata a Mandalika, con entrambe le Desmosedici fuori dalla Q2 e espressioni del viso che dicono tutto. Anzi, proprio visi che dicono tutto. A cominciare da quello di Gigi Dall’Igna, che in Indonesia s’è presentato con un cerottone al naso e ferite in vista. Classico volto da chi s’è ritrovato a darle e prendere nel bel mezzo di una rissa. Solo che non è così che è andata e è tutto molto più terra terra da raccontare: Dall’Igna, durante la festa Ducati per il titolo mondiale vinto da Marc Marquez in Giappone, s’è dimenticato di numeri e misure e ha semplicemente calcolato male. Che cosa? L’altezza della piscina su cui si stava buttando per festeggiare. Il risultato, appunto, è quei segni che porta in faccia, a cui si sono aggiunte, oggi, delle espressioni di moderata preoccupazione.

Perché se è vero che ormai tutto quello che c’era da vincere la Ducati lo ha già vinto, è altrettanto vero che ritrovarsi con i due piloti della squadra ufficiale fuori dai dieci del venerdì di Mandalika non è certo qualcosa che può piacere nel box del Team Lenovo. Anche perché la motivazione non è negli episodi o in qualcosa che è semplicemente andato storto, ma in un feeling che Bagnaia, come anche lo stesso Marquez, sono mai riusciti a trovare su un circuito in cui gli altri, invece, sembrano andare fortissimo, a cominciare dall’Aprilia di Marco Bezzecchi, passando per le Honda, le KTM e la Yamaha di Rins (almeno nelle FP1).
A complicare di più le cose ci si è messa, poi, anche la doppia caduta di Marc Marquez, con il campione del mondo che al secondo volo ha pure seriamente rischiato di farsi male. Tanto da presentarsi con un’aria decisamente contrariata in sala stampa e uscendosene con una frase che mai e poi mai avremmo pensato poter uscire dalla bocca del 93: “Qui non vincerò e vedo molto difficile anche la possibilità di salire sul podio sia sabato che domenica”. Parole nette, che raccontano di un Marc che sì, è già campione del mondo, ma che di arrivare dietro non vuole saperne neanche quando non c’è più niente da giocarsi. “Ho avuto due cadute molto strane e in entrambi i casi è dipeso dal posteriore – ha raccontato – nel pomeriggio non mi sono sentito a mio agio, nonostante la mattinata discreta. Dopo le cadute, quando ho cambiato la gomma, è andata un po’ meglio. Ho provato fare un time attack, ma ovviamente la mia priorità è stata quella di non cadere di nuovo. Domani dobbiamo scendere in pista con la mentalità giusta, ma è vero che le sensazioni qui sono molto strane. Il mio obiettivo è raggiunto, dopo questo GP penseremo all’Australia e a fare bene in vista del 2026”.
“Purtoppo – ha invece detto Pecco Bagnaia – oggi ho le stesse sensazioni di prima di Motegi: quando provo a frenare forte, il posteriore inizia a scivolare e è difficile da gestire. Anche in accelerazione, quando apro il gas, manca grip al posteriore e dobbiamo assolutamente ritrovarlo. E’ vero che questa non è mai stata una pista nelle mie corde, ma ho anche bisogno che aumenti un po’ il grip: di solito, quando corro su tracciati dove l’aderenza è bassa ma costante, riesco a guidare meglio. In circuiti come questo invece, dove il grip è altalenante, faccio più fatica. Ci servono tre giri per far funzionare la gomma soft e addirittura otto con la media".
