“Lunedì scorso Marc Marquez, aprendo una finestra a doppia vetrata con il braccio destro, ha fatto uno sforzo eccessivo, così la sua placca si è rotta” – parola di Alberto Puig, team manager di Honda HRC. Lo ha intervistato Sandro Donato Grosso per Sky e queste sono le sue parole. Insomma: Marquez è dovuto tornare sotto i ferri per aver aperto una finestra. Sarà, se l’ha detto toccherà pur crederci, ma l’impressione che Honda possa aver messo la classica toppa peggiore del buco ce l’abbiamo. E neanche poco.
Noi gli vogliamo bene a Alberto Puig, ci sta pure simpatico, ma ultimamente le sue dichiarazioni ci lasciano spesso perplessi. Passi tutto il balletto di mercato sull’arrivo e l’immediato “licenziamento” di Alex Marquez, passi l’uscita su chi vincerà il mondiale che, a detta sua, non sarà campione al 100%. Passino pure le giustificazioni date in pasto alla stampa circa l’opportunità o meno di lasciar provare Marquez nel secondo sabato di Jerez, ma questa della finestra non si può sentire. Dai Puig, davvero!
Anche perché se si afferma che la placca in titanio applicata al braccio destro di Marquez si è deposizionata aprendo (o chiudendo) una finestra, allora si mette automaticamente in dubbio la competenza di tutti i medici che hanno avuto a che fare con il pilota nelle ultime due settimane. Dal dottor Mir, che lo ha operato, a quelli della commissione che hanno firmato il “fit” per le qualifiche del Gran Premio di Andalusia. Un conto è avere dubbi sulle scelte di un chirurgo e le decisioni di altri medici su questioni strettamente scientifiche e con argomentazioni puramente tecniche (magari confrontando le opinioni di altri addetti ai lavori), un altro conto è far nascere una domanda che a questo punto, però, è più che legittima: ma uno che si fa male aprendo una finestra come poteva essere in grado di guidare una MotoGP? E perché si è lasciato che lo facesse?