Non si nasconde dietro a un dito, Romain Grosjean, e già dal primissimo messaggio social post incidente in Bahrain lo sottolinea: "io ero contrario all'introduzione dell'Halo qualche anno fa, ma oggi senza quello non sarei qui".
Solo gli stupidi non cambiano idea e il francese, dopo un incidente che - fino a qualche anno fa - lo avrebbe sicuramente ucciso, non ha paura di dire di essersi sbagliato. L'innovazione tecnologica e la sicurezza sempre più sviluppata, in uno sport pericoloso come la Formula 1, sono ciò che ci permette ai piloti di correre con sempre meno paura, consapevoli di essere dei privilegiati rispetto ai colleghi di qualche decennio fa.
E mentre si continua a discutere su che cosa abbia aiutato Grosjean a sopravvivere, tra cellula di sicurezza e intervento dei marshall, la presenza dell'Halo continua ad essere al centro dell'attenzione mediatica.
Basti pensare che fino a qualche anno fa era proprio Grosjean il più contrario, tra i piloti in pista, all'introduzione di un sistema di sicurezza per proteggere la testa dei piloti. Ad aprile 2017 disse: “Ci sono opinioni molto diverse. Alcuni piloti vogliono avere Halo non appena possibile, mentre altri non vogliono nulla. La mia reazione è quella di chi è contrario sia a quello che allo ‘Shield’ (cupolino/scudo alternativa all'Halo presa in considerazione dalla Fia). In questo momento, la Formula 1 è tornata dove dovrebbe essere, con auto belle ed aggressive e personalmente non vorrei distruggere ciò che abbiamo appena costruito”.
Una posizione netta, quella di Grosjean che ha più volte dichiarato di non volere vedere la Formula 1 "diversa rispetto a quella di quando ero ragazzino. Non voglio macchine chiuse”.