Il regolamento parla chiaro. L’articolo 2.4.5.2 “Abbigliamento protettivo e caschi” del FIM Road Racing World Championship Regulations recita:
“I piloti devono indossare una tuta protettiva in pelle oltre alle protezioni per i principali punti di contatto (ginocchia, spalle, gomiti, fianchi, etc). I piloti devono inoltre indossare guanti e stivali. L’uso di una protezione per la schiena è altamente raccomandato. Il casco deve coprire tutto il volto ed essere conforme agli standard internazionali”.
L’articolo non prevede una penalità precisa in caso d’infrazione, per cui il peso della sanzione è lasciato alla discrezionalità del FIM Stewards Pannel. Nel comunicato rilasciato domenica, a Barcellona, relativamente al caso di Fabio Quartararo, viene infatti fatto riferimento agli articoli 3.3.2.3. e 3.2.1. del regolamento che prevede penalità che vanno – in crescendo – da un avvertimento, a una multa, un cambio di posizione, un long lap penalty,
un ride through, un penalità in tempo, una retrocessione in griglia, la squalifica, per finire con la cancellazione di punti validi per la classifica generale del campionato.
Per quanto riguarda le penalità in tempo, come quella che è stata comminata a Quartararo, il regolamento prevede una penalità fino a un massimo di 2 minuti e la cancellazione del tempo (evidentemente nel caso di una qualifica, art 3.3.2.3). Nell’articolo non si specifica quando la decisione debba essere presa: una zona grigia del regolamento che suscita molte domande.
La prima: per la sicurezza del pilota non sarebbe stato opportuno intervenire in gara? E se fosse caduto? A quelle velocità anche una scivolata sarebbe stata fatale. Come noto, l’incidente in questione avrebbe potuto riguardare il pilota della Yamaha Fabio Quartararo, che a tre giri dalla fine della gara della MotoGP, si pensa per provare a sistemare il paracostole che si era spostato in alto impedendogli di respirare correttamente, ha abbassato la cerniera della sua tuta, la quale, investita dall’aria degli oltre 300 km/h del rettilineo, si è gonfiata aprendosi completamente nella parte frontale. Impossibilitato a chiuderla per l’altissima velocità, il pilota ha gettato in pista il chest protector e ha terminato la corsa a petto nudo. Un’immagine trasmessa in mondo visione per tre lunghissimi giri.
Rambo o kamikaze? Non è questo il punto. Il buonsenso, come il regolamento, prevede che il pilota mantenga l’abbigliamento protettivo per tutta la gara. Quartarato, invece, ha continuato la sua corsa, inseguendo una vittoria che aveva già in tasca. Scusabile? In qualità di pilota professionista forse no, anche se è comprensibile l’irruenza e l’adrenalina del pilota che pregusta già la vittoria. In un mondo ideale, avrebbe dovuto rallentare, come ha fatto poi nel giro dopo la bandiera a scacchi, e richiudere la cerniera.
Nello sbigottimento generale, solo a corsa conclusa i team Ducati e Suzuki hanno mandato una comunicazione alla Direzione Gara e steward tramite email per chiedere spiegazione del fatto. Chiamati in causa, la macchina si è messa in moto e alle ore 19:00, oltre 4 ore dopo la fine della gara, è arrivata la penalità di 3 secondi che comporta la retrocessione di Quartararo dalla 4° alla 6° posizione. Una sanzione che gli permette di mantenere la testa della classifica, anche se il distacco da Johann Zarco, si è ridotto a 14 lunghezze. Ma se esiste una regola per guida irresponsabile volta a proteggere l’incolumità fisica dei piloti, perché per applicarla la direzione gara e lo stewards pannel hanno dovuto aspettare la sollecitazione dei team? Chi sono allora i garanti del regolamento? Gli steward o i team?
Troppi i pasticci visti domenica che potevano mettere a repentaglio Quartararo e i suoi colleghi. Un problema di sicurezza relativo ad un pilota in pista è una materia da gestire con prontezza dalla Direzione gara con una segnalazione – tramite il team o la bandiera nera con disco arancio per richiedere l’immediato intervento per la messa in sicurezza del pilota che avrebbe dovuto rallentare in una posizione in “safe” per sé e per gli altri e chiudere la tuta. Lanciando il paracolpi, inoltre, Quartararo ha messo seriamente in pericolo anche gli altri piloti. Infine, quale messaggio sulla sicurezza viene dato in mondo visione, sempre e a maggior ragione ad una settimana dal tragico incidente di Jason Dupasquier? L’insoddisfazione per la gestione sportiva di un evento che muove milioni di investimenti dilaga tra i team e le Case, che non ci stanno a passare per “i cattivi”, e esigono chiarezza e imparzialità, con sanzioni, che se lasciate giustamente alla discrezionalità degli steward per valutare di volta in volta il peso dell’infrazione, deve richiedere anche il coraggio di prendere delle decisioni nell’immediato, senza rimandare a fine gara, quando classifica alla mano, si rischia di usare due pesi e due misure.