Il GP di Catalunya è stato segnato dal ritorno di Miguel Oliveira, pilota in cui Marco Melandri ha sempre creduto. Ma anche - o soprattutto - dalla doppia penalizzazione inferta a Fabio Quartararo, prima per il taglio della variante e poi per aver finito la gara con la tuta aperta. Nel dopogara poi, ai microfoni di Sky, Valentino Rossi ha lasciato intendere che le Michelin non hanno lavorato come si aspettava. Così abbiamo chiamato Marco Melandri: lui la MotoGP la commenta ogni domenica per DAZN, ma nel Motomondiale ci ha anche corso vincendo 22 gare e un titolo della 250. Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Marco! La tuta di Fabio Quartararo ha scatenato la polemiche. La sensazione è che lui (da pilota) abbia fatto bene a continuare, mentre la direzione gara ha sbagliato a non fermarlo prima e a penalizzarlo poi. Come la vedi?
“All’inizio mi è sembrato uno scherzo, non volevo crederci. Va anche detto che lui ha provato a chiuderla un paio di volte, ma per sistemarla bene avrebbe dovuto perdere almeno un paio di secondi. Mancavano pochi giri e secondo me il pilota pensa solo a non perdere punti, pensa al campionato. Io lo capisco, quando sei lì vedi solo quello e non calcoli i rischi. Ma cadere così, con la tuta aperta, sarebbe stato veramente improponibile”.
Avrebbero dovuto fermarlo in gara, o comunque evitare penalizzarlo a qualche ora dalla fine della corsa.
“Certo, in direzione gara si sono presi critiche e insulti da chiunque perché hanno penalizzato Fabio per il taglio della variante - che secondo me non andava sanzionato, ha anche perso del tempo - ma sulla sicurezza non hanno detto assolutamente nulla. Così dopo le critiche hanno preso la palla al balzo e gli hanno dato tre secondi di penalità anche per la tuta, e così facendo hanno un po’ riaperto il campionato. È stato ancora più ridicolo: tu, responsabile della sicurezza, punisci un pilota perché non si è comportato in modo sicuro, però lo fai quando non serve più a niente perché la gara è finita da ore. Erano loro a dovergli far rispettare le regole durante la gara”.
Un discorso simile si potrebbe fare anche per la Moto3, dove Jeremy Alcoba ha fatto una manovra pericolosissima.
“Esatto, anche lì non gli hanno detto nulla. Capisco il punto di vista dei piloti, perché in Moto3 nessuno vuole stare davanti all’ultimo giro con il gioco delle scie e quel lungo rettilineo. Però se vuoi rallentare il gruppo non puoi farlo in maniera così plateale. In questo caso mancano proprio le regole, la cosa andrebbe regolamentata”.
Quale potrebbe essere la soluzione? Moto più diverse l’una dall’altra per evitare continue gare di gruppo? Bagnaia ha dichiarato che, ai suoi tempi, chi aveva il passo per andarsene poteva farlo. E anche quando correvi tu era così.
“Il problema è che ora le moto sono quasi tutte uguali e sulle piste veloci il pilota non fa più la differenza, la scia è troppo importante. Non è facile trovare una soluzione”
Invece Miguel Oliveira, di cui hai sempre parlato bene, ha portato a casa una grande vittoria dopo un bel podio al Mugello.
“Io lo seguo da quando è in Moto3 e mi è sempre piaciuto tanto. È sempre stato - secondo me - uno dei piloti più forti in assoluto. Però non è uno dei più carismatici, magari non emoziona come altri. Ma lui secondo me è uno dei più capaci: ha intelligenza, tecnica… tutto. Io già dal sabato l’avevo detto, perché la KTM sta andando forte. La moto curva stretta, va di motore… Quartararo non sarebbe riuscito a passarlo”.
Pensi che nella seconda metà di stagione lo vedremo sempre lì davanti?
“Per me si, sarà spesso davanti. Sempre non lo so, ma altri podi e gare se li gioca di sicuro”.
Valentino Rossi, dopo la gara, ha attaccato più o meno velatamente le Michelin: ha spiegato che nelle FP4 di sabato e nel warm-up di domenica era riuscito a battere tempi che in gara non sono tornati, anzi: ha girato 6 - 7 decimi più lento. Che idea ti sei fatto?
“Be', il passo è stato più lento per tutti rispetto a quanto visto in prova. Quartararo nelle FP4 girava in 1.39’5 con la gomma dura al posteriore, mentre in gara non è sceso sotto all’1.40. Ma il tema gomme, ve lo assicuro, parte da lontano, dai primi anni Duemila. Ed era ben peggio di adesso. C’è sempre stato, se guardiamo alla stagione 2020 in ottica Dorna, per il benessere dello spettacolo senza Marquez insomma, i risultati tornano sempre”.
Quindi l’importante è che vinca lo spettacolo? Vince chi deve vincere per fare lo show?
“Eh, dovevano mescolare un po’ le carte in assenza di un dominatore. Lo scorso anno, se pensiamo alle gare tenendo a mente gli interessi dell’organizzatore, sono successe cose troppo strane. Faccio un esempio: qualche anno fa (nel 2017, ndr.) correvano al Sachsenring e il circuito non voleva rinnovare l’accordo per gli anni seguenti, avevano problemi economici e come per magia Jonas Folger (pilota tedesco, ndr.) è stato davanti per quasi tutta la gara, al punto che Marquez ha detto che non sapeva chi fosse il pilota davanti a lui. E quelle cose lì le fai solo con le gomme”.
Intendi dire che Michelin fa il buono e il cattivo tempo.
“Secondo me l’anno scorso a un certo punto hanno penalizzato Quartararo. Perché anche in questo caso, come per magia, sia lui che Franco Morbidelli sono andati piano per un paio di gare per un problema di pressione gomma all’anteriore. Ed è stato lo stesso problema per lo stesso team due volte di fila. Ed è impossibile. Im-pos-si-bi-le. Ed è successo solo perché rischiavano di vincere un mondiale con la squadra satellite, cosa mai vista dal 1980 in poi. E secondo me non la vedremo mai”.
Seguendo questo ragionamento verrebbe da pensare che Johann Zarco se la dovrà mettere via.
“Eh, vedrete. Ma è normale, il team satellite le moto le paga. Non può andare più forte di chi le fa, non sarebbe logico. Qualche gara va bene, ma ad un certo punto i conti devono tornare”.
Ad ogni modo è strano pensare ad un Valentino Rossi così in crisi. Magari non è più da pole e vittoria, però è quasi surreale vederlo così indietro. Sui social c’è addirittura chi insinua che lo stiano ostacolando per convincere il pubblico che per lui sia ora di ritirarsi.
“No, non è possibile. Valentino porta troppi soldi nel motomondiale”.
Allora come mai non danno anche a lui una gomma più performante, il famoso gommino?
“Perché ormai non ce la fa più. Purtroppo il tempo passa inesorabile. Provate a guardare i piloti a centro curva, anche in foto. Valentino sta sulla moto in un certo modo, Quartararo ha tutt’altra posizione. I tempi sono cambiati. Guardate i giovani: Martìn, Binder, Bagnaia, lo stesso Quartararo… Già loro guidano diversamente rispetto a piloti come Zarco e Morbidelli, che sono di un’altra generazione. Ogni cinque anni c’è un cambio generazionale. Ed è una cosa che bisogna accettare, non c’è altro da fare. Il problema che ha Valentino con la trazione è dovuto al fatto che non ha la guida adatta alle gomme di adesso. Per lui sono troppo morbide perché i piloti, adesso, si buttano talmente tanto fuori in curva che non caricano la gomma. Quindi hanno bisogno di gomme più soft, però raddrizzano velocemente. Valentino invece stressa il posteriore perché è troppo seduto sulla moto, quindi la gomma si deforma di più, la moto non gira e fa più fatica a raddrizzare. Ma non puoi pensare di cambiare stile di guida, ti deve venire naturale. Non voglio criticare nessuno, ma è un dato di fatto. Perché se è sempre solo lui ad avere quel problema in Yamaha nonostante il fatto che Morbidelli guida la moto di due anni fa… c’è solo una cosa che cambia, lo stile di guida”.
Ducati mette otto moto in pista. Non è ufficiale, ma pare sarà così. Non pensi che Dorna stia rischiando di dare troppo potere politico di Borgo Panigale? Se hai il 30% delle moto in griglia e vai dall’organizzatore con un problema, a parlare sono il 30% degli introiti della MotoGP.
“Gli italiani sono furbi! E quando possono avere dei vantaggi da sfruttare a loro favore sono sempre bravi a farlo. In Ducati uguale. E poi fatturano, le moto non le danno mica via gratis. Secondo me a questo punto le moto ufficiali verranno seguite in un modo e, forse, la qualità del materiale che verrà dato ai team satellite sarà meno performante. Io se fossi a capo di uno di quei nuovi team avrei seri dubbi sulle possibilità di avere del buon materiale. Però non so, è la mia opinione. Se la leggiamo in ottica Ducati, quella di mettere otto moto in pista è stata una gran mossa”.
Tirando le somme pensi che questo mondiale lo vincerà Fabio Quartararo? Come vedi Pecco Bagnaia?
“Si, è il pilota più completo. In Ducati hanno un po’ più di difficoltà, anche perché credo che adesso arriveranno piste in cui le Desmosedici potrebbero fare un po’ più di fatica. In Germania soprattutto. Invece Quartararo è incredibile, guida con una facilità impressionante. Di contro Pecco impiega sempre qualcosina di più ad arrivare: in Ducati il pilota migliore cambia di turno in turno, mentre in Yamaha c’è Fabio sempre davanti. E il francese ha gestito con una freddezza incredibile anche il problema di domenica. Lasciamo perdere per un attimo il fatto che è stato pericoloso, si è rimesso ad andare forte ed ha superato Miller con la tuta aperta e con tutti gli svantaggi tecnici che ne conseguono”.
Vero. Ed anche nelle prime fasi della gara, quando era finito al quinto posto, ha reagito alla grande. La sensazione è che, al suo posto, Maverick Vinales sarebbe sprofondato nelle retrovie.
“Ah, si. Tra due che vanno forte più o meno uguale è naturale che a vincere sia il pilota più intuitivo, sveglio… e basta vederli in faccia: Quartararo ha una sicurezza spaventosa, secondo me sarà lui il favorito per il mondiale”.