Marco Melandri, un mondiale nella 250 dei tempi d’oro e tanta esperienza tra MotoGP e Superbike, è per il secondo anno la voce tecnica della MotoGP per DAZN. Marco fa commenti precisi, sempre dal punto di vista del pilota. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui per farci raccontare le sensazioni sulle prime gare della stagione, dalle difficoltà del Team Petronas alle aspettative della Ducati. Ecco cosa ci ha detto.
In un’intervista di qualche giorno fa, Andrea Dovizioso ha dichiarato che ormai la MotoGP è diventata imprevedibile a causa della Michelin. Tu come la pensi a riguardo?
“Che non è una novità. È sempre stato così con la Michelin”.
Però le gomme per i piloti ufficiali sono una cosa del passato, adesso Michelin dichiara che vengono sorteggiate.
“Mah, una volta le davano agli ufficiali… ma solo a quelli che volevano loro, non certo a tutti. In teoria dovrebbero sorteggiare le gomme il giovedì ma a dire la verità nessuno l’ha mai visto fare. Le gomme arrivano con il nome del pilota sopra”.
Dici che scelgono loro a chi dare le gomme?
“Dico che potrebbero fare le cose un po’ più alla luce del sole”.
Pensi che le difficoltà del Team Petronas siano da imputare in qualche modo alla Michelin?
“No, non credo. Per quanto riguarda Morbidelli è da quest’inverno che dico che sarà una stagione molto dura per lui (lo aveva spiegato qui). Perché è abbastanza semplice, è successo anche a me: fai secondo in campionato, sei il migliore delle Yamaha… Ti aspetti un trattamento da migliore della Yamaha. Invece essere considerato l’ultima ruota del carro con una moto vecchia di due anni… ti scende la catena, è normale. Soprattutto se la moto 2021 va forte”.
Quindi credi che ci sia anche una componente psicologica? Al posto di premiarlo l’hanno affossato e lui ha subito un leggero contraccolpo?
“Si, è un insieme di cose. Sicuramente ha avuto anche sfortuna, però è normale. Se le altre Yamaha vanno più forte di lui… Lui sa perché. L’anno scorso era il più veloce delle Yamaha, di colpo gli altri vanno meglio… Sa che la moto nuova va meglio. Però non ce l’ha, e così entri in un vortice da cui è difficile uscire.
Questo perché in Yamaha non vogliono che il mondiale lo vinca il team satellite?
“Mah, sai… dal 1980 ad oggi dimmi un anno in cui ha vinto un team satellite”.
Mai… A questo proposito anche la Ducati si è trovata in una situazione difficile: hanno messo tre moto sul podio in due gare, ma a parte il terzo posto di Bagnaia i risultati sono arrivati dal Team Pramac. Troppa pressione nel box degli ufficiali, soprattutto per Jack Miller?
“Penso che Miller abbia perso di vista l’obiettivo durante la gara. Ha preferito dar retta ad un capriccio piuttosto che puntare a fare una buona gara. E mi è sembrato anche irrispettoso nei confronti della gente che lavora con lui nel garage, perché oltre ad aver fatto un gesto secondo me poco bello ha buttato via dei punti”.
Vero. Però anche nella prima gara in Qatar ha chiuso al 9° posto.
“Si, ho visto che adesso si è operato all’avambraccio perché aveva problemi. Se veramente ha avuto un problema di sindrome compartimentale va considerato, perché è piuttosto limitante. Per fortuna è un intervento che ti permette di correre tranquillamente anche dopo tre giorni, con i punti ancora addosso. Tra l’altro l’ho fatto anche io, sempre dal Dr. Mir: lo feci il martedì dopo Barcellona e corsi ad Assen il sabato, e andai a podio. Era il 2004”.
Se Marc Marquez dovesse tornare a Portimaõ che MotoGP si troverebbe davanti?
“Non lo so. Lui ha preso una bella batosta l’anno scorso, ed in moto ci è andato molto poco. Quindi non mi aspetto che rientri e domini come faceva prima. Secondo me gli servirà un po’ di tempo. È anche vero che secondo me lo faranno rientrare più tardi di quando sarebbe dovuto rientrare perché i medici hanno paura a prendersi la responsabilità di farlo correre. Se gli succede qualcosa la sua carriera è finita… Ma anche quella dei suoi medici”.
In queste due gare in Qatar chi ti ha sorpreso di più?
“Sicuramente Jorge Martin. Soprattutto il passo in avanti che ha fatto dopo la prima gara. Ero convinto che partire davanti lo avrebbe aiutato un sacco, e parlo della prima gara. Perché quando ti trovi in mezzo a quelli che vanno forte impari molto. Però lui ha imparato veramente tanto, perché ha fatto la pole position girando da solo e ha guidato quasi tutta la gara. Quando Quartararo l’ha passato non si è scomposto, non si è fatto prendere dalla foga e non ha provato ad esagerare per andargli dietro… È stato impeccabile. Adesso sarà difficile andare in Europa per loro, perché si troveranno a dover affrontare un weekend di gara in una pista nuova per la MotoGP”.
Jorge Lorenzo ha detto che gli ricordava un po’ lui come percorrenza di curva e un po’ Casey Stoner nella fase di frenata ed ingresso.
“Si, di sicuro ha ancora uno stile di guida ancora più accentuato rispetto agli altri. Voglio dire, questo striscia con la spalla. Non so chi mi ricordi, di sicuro uno che va veramente forte”.