Due motori che sembravano andati in fumo al venerdì, qualifiche da dimenticare per entrambi i suoi piloti e inizio che non poteva essere peggiore per una squadra che l’anno scorso ha tenuto alto il nome di Yamaha, in difficoltà con la squadra ufficiale, arrivando a sfiorare il mondiale con Franco Morbidelli. Razlan Razali, il patron del team Petronas, ha preferito non parlare nella serata di ieri, dopo le disastrose qualifiche, ma in un paio di inquadrature in primo piano è stato abbastanza chiaro il suo stato d’animo: è furioso. E lo capiamo benissimo. Perché se l’errore di qualcuno può farti arrabbiare, l’errore di nessuno di acceca proprio: nel box Petronas sta regnando la confusione. E’ impossibile anche capire con chi prendersela, perché tutti stanno facendo il massimo e di questo Razlan Razali, che è sempre presente, si rende pienamente conto. Lo ha spiegato bene Franco Morbidelli, nelle interviste del post qualifiche: “Stiamo brancolando nel buio, non sappiamo che ca**o sta succedendo”. Parolaccia compresa. E su sponda Valentino Rossi le cose non vanno meglio: “Non trovo il giusto feeling, abbiamo provato a cambiare tante cose e nel tentativo di migliorare abbiamo peggiorato”.
Risultato? Uno parte decimo, grazie a un giro a vita persa, e l’altro addirittura ventunesimo. Dietro di loro solo Lorenzo Savadori (semiesordiente e con una spalla fuori uso) e dietro ancora, probabilmente, il morale dei due compagni di squadra tavulliesi e di tutto il box Petronas. Per carità, le ipotesi complottiste secondo cui Yamaha sta affermando la leadership per evitare che la squadra satellite arrivi ancora davanti a quella ufficiale è pura fantascienza (anche perché la faccia è quella di Yamaha e in ballo, oltre alla brutta figura, ci sono milioni e milioni di Euro), ma forse da Iwata dovrebbero battere un colpo un po’ più rumoroso. Per fugare ogni dubbio (anche quello assurdo dei complottisti) e per contenere danni di immagine che si aggiungerebbero a quelli delle valvole difettose del 2020, dei motori che vanno in fumo e del non essere in pista con quattro moto ufficiali come invece fanno tutti gli altri costruttori che hanno un team satellite. Anche perché c’è un contratto da rinnovare e non è così scontato che un colosso come Petronas giuri eterna fedeltà a Yamaha vedendo che Ducati, Honda e KTM distribuiscono equamente le forze tra mezzi e piloti del team factory e mezzi e piloti della squadra privata.
Franco Morbidelli: “Non mi sento abbandonato da Yamaha”
In conferenza stampa il pilota italobrasiliano ha ostentato un sorriso amaro. “Lo ammetto – ha detto - sono davvero confuso. Io resto comunque sereno, perchè il peggior giorno in moto è meglio di qualsiasi giornata senza moto". Ha mantenuto un profilo basso senza forzare i toni, ma le sue parole sono state pietre e possono riassumersi in una sola frase: “Va tutto male”. Pessimismo alle stelle, figlio di un feeling mai trovato con la moto e continui alti e bassi: momenti in cui sembra che le soluzioni provate sono performanti e altri in cui quelle stesse soluzioni si rivelano disastrose. Non c’ha girato intorno, Morbidelli, e lo ha ammesso: “Brancoliamo nel buio, non sappiamo cosa ca**o sta succedendo. Stiamo faticando tanto e il feeling è scarso, nonostante i tentativi per migliorarci. Il mio obiettivo è comunque la top 10, puntando tutto sulla velocità. Io vedo comunque uomini Yamaha intorno a me, che, come in passato, sono impegnati nel tirar fuori il meglio dalla moto, quindi no, non credo che Yamaha ci abbia abbandonati. Valentino? Siamo così impegnati ognuno a risolvere i suoi problemi che non ci siamo neanche parlati in questi giorni”.
Valentino Rossi: "Il problema è sempre lo stesso"
“Oggi siamo stati un secondo e sette più lenti rispetto alle qualifiche della scorsa settimana – ha affermato uno sconsolato Valentino Rossi - è una enormità! Abbiamo fatto alcune modifiche a livello di elettronica e di setting, ma la moto non è migliorata. Abbiamo perso efficacia sia sul giro, sia sul passo. Il punto è che invece di migliorare, probabilmente, abbiamo peggiorato la situazione. Io e la mia squadra cerchiamo di fare tutto il necessario. Il nostro impegno è sempre alto. Essere arrabbiati non serve, si perde solo tempo. Sono consapevole di faticare in accelerazione e sto persino cercando di cambiare lo stile di guida". Il problema per Rossi è quello ormai ultra noto: assenza di grip al posteriore e pneumatico che va in sofferenza troppo presto. “Partirò molto in fondo – ha concluso il nove volte campione del mondo - ma il problema principale è l'assenza del passo. Proverò a stare con il gruppo dei piloti davanti. La settimana scorsa in gara siamo rimasti tutti compatti per molti giri".