Voto 0. A Freddie Spencer e gli steward panel. Ma ci state con la testa? Appena una settimana prima, al Mugello, è morto un pilotino di soli diciannove anni, facendo inevitabilmente tornare sotto i riflettori la "questione sicurezza". Al Montmelò sarebbe stata opportuna una attenzione estrema e, soprattutto, una capacità di intervenire immediata. Invece durante la gara della Moto3 s'è visto di tutto, con piloti che hanno addirittura rallentato di due secondi al giro per favorire i sorpassi e non prestare la scia. Poi, nella MotoGP, Fabio Quartararo è rimasto a petto nudo e loro, sempre così solerti a fare il pelo a un cm di gomma finita sul verde, non hanno fermato il francese. Poi, dopo essersi resi conto della topica che avevano preso, lo hanno penalizzato tre ore dopo la fine del Gran Premio. La classica toppa peggiore del buco. Sveglia, oppure a casa!
Voto 1. A quelli che guardano in casa d'altri. E' stato triste sentire tanti piloti dirsi certi che loro, al posto di Fabio Quartararo, si sarebbero fermati. Non è vero e possiamo scommetterci qualunque cosa, perchè nell'indole di un pilota c'è la volontà di provarci sempre. Che non significa che Quartararo abbia fatto bene, ma semplicemente che ha fatto quello che, sbagliando, avrebbero fatto anche tutti gli altri in griglia. Rimpiangiamo tanto il motociclismo di una volta, spesso a torto e dimenticando che una volta si moriva come mosche negli zampironi, ma forse per ritornare ai valori del passato sarebbe ora di mettere via l'ipocrisia che domina adesso. E un pilota che dice cosa avrebbe dovuto fare ad un altro pilota (rigorosamente a tiro di telecamere) fa abbastanza schifo. Il miglior insegnamento resta sempre l'esempio.
Voto 2. Alla sfiga di Alex Rins. E' vero, un po' se le è cercate e i quattro zero rimediati nelle ultime quattro gare prima del GP di Catalunya non sono da addebitarsi solo alla sfortuna. Ma cadere durante un giro di ispezione del circuito in bicicletta è una roba che non avrebbe immaginato neanche lo sceneggiatore di Fantozzi. Il povero Rins sta andando in giro, ormai da troppo tempo, con una nuvoletta nera sopra la testa e, ora, pure con una vistsa fasciatura a un braccio. Se è vero che sfighe e fortune prima o poi finiranno per compensarsi, le prossime cinque lotteriedi capodanno le vincerà tutte Alex Rins. In caso contrario: contattare immediatamente un esorcista.
Voto 3. A Pol Espargarò. L'annata è difficile, perchè anche un certo Jorge Lorenzo ha fatto tanta fatica al primo anno in sella ad una Honda. Evidentemente è una moto tutt'altro che facile da capire e da fare andare forte, ma Policcio c'ha sempre un copione che, ormai, è ora di modificare. Grandi proclami al venerdì e scarsissimi risultati la domenica. E' vero che in HRC sembrano aver perso la bussola e che la RC213V ha qualche evidente problema, ma se uno come Marc Marquez parla di se stesso prima ancora che dei problemi del team o della moto, qualcosa vorrà pur dire. Policcio, invece, sembra non sapere cosa siano i "mea culpa". Meno POLemica e più Pol e basta.
Voto 4. Alla Ducati. Andare a piagnucolare per chiedere spiegazioni sulla mancata bandiera nera esposta a Fabio Quartararo, provocando poi la decisione di penalizzarlo a posteriori, non è un atteggiamento da vincenti. Chi ambisce al dominio dovrebbe conquistare il dominio, avendone tra l'altro tutte le carte in regola per farlo, piuttosto che "sbassare" gli altri. E' vero che il rispetto delle regole è un diritto, ma lasciare che ad andare a piagnucolare siano gli altri è eleganza. E stile. Eleganza e stile: proprio ciò che identifica Ducati e l'Italia nel mondo. Ricordare sempre: D come Ducati, non come delazione!
Voto 5. Alla Michelin. Gli pneumatici non sono tutti uguali: ormai non c'è mezzo pilota di quelli della MotoGP che non si dice convinto di questo. Che non significa che ci sono i gommini speciali o strani complotti per far vincere uno piuttosto di un altro, ma che l'aziendona francese non è in grado di portare in pista gomme che siano ugualmente performanti e così, di domenica in domenica, a qualcuno capita il treno farlocco facendo decadere ogni certezza acquisita e rendendo inutile ogni lavoro fatto in precedenza. Gli unici che si ostinano a dire che le gomme sono perfette, negando pure l'evidenza, sono loro stessi. E non è bello. Come direbbe Vanzini: date pneumatici a questi piloti!
Voto 6. A Valentino Rossi. Ha avuto un venerdì nero, poi al sabato si è ripreso entrando nei migliori dieci e nel warmup della domenica mattina ha avuto un gran passo. In gara, almeno stando quello che ha raccontato, ha avuto problemi con gli pneumatici sin dal giro di allineamento. Uno che ha 42 anni e e la sua carriera sulle spalle avrebbe potuto dire: "se è così neanche parto". Invece è stato lì, a lottare (con tutto il rispetto, sia inteso) con Iker Lecuona e Luca Marini fino a che la gomma non l'ha tradito definitivamente. Le notti passate a pensare gli diranno se l'anno prossimo sarà ancora un pilota o no, ma finchè veste la tuta sta tenendo fede al valore di "comportarsi da professionista". E la festa che ha ricevuto nel box Petronas nel pomeriggio di sabato dimostra che sa anche farsi ancora volere un gran bene da chi lavora con lui. Come canta l'altro grande Rossi italiano: Io sono ancora qua, eh già!
Voto 7. All'Aprilia. Quando conta la moto l'Aprilia c'è. Ormai sono una certezza nel paddock e stanno lavorando con la fame che serve per migliorare sempre un pochino. Nel frattempo mantengono quell'aria da "per noi i sentimenti contano" che gli è costata cara (ma che nonostante questo resta invidiabile) quando si è trattato di aspettare Andrea Iannone, aspettando, questa volta, che Andrea Dovizioso decida cosa vuole fare da grande. Il rischio è di ritrovarsi con il cerino in mano, perchè nel frattempo quelli che hanno le carte in regola per la MotoGP potrebbero accasarsi altrove. La coerenza è una virtù che vale più di qualche decimo a giro e ancora di più valgono i sentimenti, anche a costo di dover puntare ancora una volta tutto su Aleix Espargarò. Che, come dimostrato, non è un fenomeno. Come direbbe Vanzini (ma al contrario): date un pilota a questa moto!
Voto 8. A Johann Zarco. Non c'è altro da dire: lucido, determinato, veloce e per nulla pasticcione. E poi, visto che non guasta mai, ha pure la fidanzata in assoluto più strepitosa del paddock! In Ducati, e soprattutto in Pramac, hanno avuto il merito di valorizzare un fenomeno che, fino a 31 anni suonati, era rimasto piuttosto nascosto dentro un milione di pasticci e qualche critica del passato che ha suonato da sentenza definitiva. Invece eccolo lì, ancora in piena lotta per il mondiale e poche chiacchiere. La Marsigliese suona anche per lui!
Voto 9. A Jack Miller. S'era capito sin dal venerdì che non sarebbe stato il suo fine settimana, anche perchè, come ha raccontato lui stesso, aveva maturato certezze che, invece, si sono poi rivelate sbagliate: "M'ero allenato al Montmelò con la Panigale, convincendomi che ci fosse più grip degli altri anni, invece il grip non c'è". S'è messo lì ricostruendo tutto piano piano, con metodo e senza quella foga che in passato ha fatto mettere in dubbio anche l'effettivo talento dell'australiano e ha saputo raddrizzare una domenica che avrebbe potuto rivelarsi terribile fino a salire sul podio. Emantenendo pure la lucidità fino all'ultimo giro: "Quando ho visto che Fabio Quartaro aveva tagliato una curva ho capito che l'avrebbero penalizzato, per cui ho evitato di farea sportellate e prendere troppi rischi, limitandomi ad arrivargli attaccato". E poi il modo ironico e scanzonato con cui ha preso l'incollatura di Marquez durante le qualifiche è stato da encomio solenne rispetto a come l'aveva presa una settimana prima qualcun alto. La testa oltre al cuore!
Voto 10. Ad Alpinestars. Ormai la regola aurea della comunizazione è fare finta che le cose brutte non accadono, perchè tanto prima o poi si dimenticano e non ci saranno conseguenze. Invece in Alpinestars non hanno ignorato quanto accaduto a Fabio Quartaro e dopo appena 48 ore di studi hanno pubblicato un Tweet: "dopo la gara il team di sviluppo corse di Alpinestars ha avviato un'indagine sull'integrità della tuta di Fabio Quartararo ed è stato riscontrato che la tuta era normalmente funzionante con tutte le cerniere e le chiusure perfettamente funzionanti e tutti i componenti della tuta, incluso il sistema airbag Tech-Air, erano intatti e perfettamente funzionanti”. Certo, viene da chiedersi se avrebbero fatto lo stesso se, invece, fosse emerso che la tuta aveva avuto qualche problema, ma la malizia non serve, anche perchè le malignità non possono essere provate. Corretti!
10 e lode. A Miguel Oliveira. Sul suo conto Marco Melandri ha depositato sentenza già in tempi non sospetti: è un fenomeno. Aveva avuto modo di farlo vedere lo scorso anno e in qualche sprazzo c'è riuscito anche quest'anno, nonostante una KTM che sembrava la sorella sfortunata di quella della stagione precedente. Poi gli austriaci, come nella loro cultura, si sono messi a lavorare sodo, riediando agli errori e mettendo i piloti (per ora solo i due ufficiali) nelle condizioni di fare al meglio il loro mestiere. E Miguel Oliveira ha risposto presente, mettendoci anche del suo e tenendo testa ad un Quartararo indemoniato, spezzandogli il ritmo fino a lasciarselo definitivamente alle spalle. Poche chiacchiere, tanto gas!