Due settimane dal Gran Premio di Monza, un nuovo episodio del podcast Muschio Selvaggio di Fedez e Luis Sal in collaborazione con Charles Leclerc, e il web che, per l’ennesima volta, ci popone la polemica dei “troppi Vip nei paddock”, dopo quella dei nuovi tifosi “più da stadio” che da circuito.
In effetti a Monza quest'anno c’era davvero chiunque: da Iva Zanicchi a Federica Pellegrini, dai Ferragnez a Mancini, passando per Ibrahimovic, Rovazzi e Al Bano. Menzione speciale per il Presidente Sergio Mattarella, invitato speciale in occasione del centenario dell’Autodromo. Tutti col tanto desiderato paddock pass al collo, sorridenti, muniti di smartphone, pronti a riprendere, postare e sfoggiare fieramente l’hashtags “#GpMonza22”, “#GranPremiodItalia”, con il perfetto accompagnamento musicale di “Ferrari” di James Hype e Miggy Dela Rosa per pubblicare Instagram Stories e Reels super virali.
Dall’altra parte dello schermo invece, centinaia e centinaia di fans scontenti. Da chi un biglietto non può permetterselo a chi ha passato una giornata in circuito tra mille disagi e code, a causa di un’organizzazione certamente non impeccabile. E allora qualcuno si è chiesto: “E' davvero giusto che a chi crede che un pilota la domenica possa partire “secondo in pole” venga dato un pass come se fosse una caramella?”. E in molti hanno risposto commentando: “No, non è giusto. E’ davvero ingiusto!”.
La Formula Uno sta cambiando: stanno cambiando i piloti, le macchine, le tecnologie. E sta anche crescendo: gli ascolti aumentano e sempre più circuiti sono in lista di attesa per trovare un posto in un calendario sempre più affollato. Merito sì della scorsa stagione al cardiopalma, di una Ferrari che, dopo gli ultimi due anni, ha fatto un notevole salto di qualità, ma sopratutto degli investimenti di Liberty Media per rendere questo sport sempre più pop: da Drive To Survive a un linguaggio più social, gli sponsor e le iniziative per coinvolgere sempre di più il pubblico (pur non abbassando il costo dei biglietti). E’ così la Formula Uno sembra piacere sempre di più: andando oltre le volontà di quei tifosi “di nicchia” e non rimanendo solo uno sport, ma puro intrattenimento.
E i Vip fanno parte di questa grande macchina, grandi casse di risonanza di un evento che di fan (ma sopratutto di soldi) non ne ha mai abbastanza. E, ad ogni modo, a chi importa se credono che si possa partire “secondi in pole”, se non sanno se Schumacher abbia vinto 7 o 10 mondiali, se non conoscono altri nomi all’infuori della Ferrari per quanto riguarda i team e Charles Leclerc per i piloti. Alla fine della fiera quello che conta per avere un biglietto, così come un pass, non è un test di conoscenza sulla storia e la tecnica della Formula Uno, ma tirare fuori la carta di credito.