Ramon Forcada non è uno che parla molto. Ma quando lo fa va diritto al punto e non usa mezzi termini, preferendo sempre la chiarezza alla dialettica. Lo ha fatto anche nei giorni scorsi, partecipando al podcast di motorsport.com e ripercorrendo le fasi salienti della sua carriera. Una storia professionale che ha vissuto un primo e un secondo tempo: dai successi con Jorge Lorenzo fino alle tensioni con Maverick Vinales e alla separazione dal team ufficiale Yamaha. Il picco massimo e poi il declino, che sembrava il preludio alla conclusione di una carriera comunque grandiosa dopo tanti anni nel motomondiale.
Poi, però, per lui è arrivata la proposta di affiancare Franco Morbidelli in Petronas e ci si è buttato come farebbe un giovane che vede passare il treno della vita. E i risultati si sono visti: Franco Morbidelli è un altro pilota, un altro uomo, tutto un altro professionista. Merito del ragazzo, per carità, ma a sentire chi è nell’ambiente c’è tanto di Ramon Forcada in questa crescita e nei risultati che l’italobrasiliano ha messo nel sacco nella stagione in corso.
“Franco è un ragazzo straordinario e un pilota di grandissimo talento – ha detto Forcada – E’ cresciuto molto e c’è ancora margine, sarà protagonista nei prossimi anni”. Il capotecnico dell’italobrasiliano non tocca, però, l’argomento del momento: è migliore la Yamaha 2019 o la Yamaha 2020? Una domanda a cui non risponde, limitandosi a dire che bisogna lavorare con quello che si ha. Lui e Franco Morbidelli quest’anno lo hanno fatto. E lo ha fatto, in qualche modo, anche il team Petronas.
“Spesso – ha raccontato – i meccanici di un pilota danno una mano sulla moto dell’altro pilota se c’è qualcosa da sistemare al volo o da ripristinare. Questa è una grande forza in Petronas e a volte queste cose capitano anche all’insaputa dei piloti, che sono troppo gelosi, tutti e non solo i nostri, e non permetterebbero mai che i tecnici di uno vedessero i segreti della moto dell’altro”. Per Forcada, infatti, il male assoluto di un team è la formazione di clan e ricorda quando in Yamaha fu issato il famoso muro nel box per evitare che la squadra di Valentino Rossi vedesse quello che faceva quella di Jorge Lorenzo e viceversa. “I piloti non devono essere troppo amici o, meglio, devono esserlo ma solo quando non sono sopra alla moto. Lì devono diventare avversari – ha aggiunto Forcada – Ma anche l’essere troppo avversari è deleterio. Perché poi si formano i così detti clan, spesso fatti da persone esterne ai piloti e alle squadre e non si riesce più a lavorare come si dovrebbe”. Una cosa, questa, da cui in Petronas ci si tiene alla larga e anche in maniera piuttosto severa e dovrà essere così anche il prossimo anno, quando in seno al team malese arriverà Valentino Rossi.