Alla fine si è dovuto arrendere, Fausto Gresini. Ha lottato per mesi, senza sosta, con la malattia. Con le sue complicazioni e le sue difficoltà, ma ha lottato. E quando questa mattina la famiglia e la squadra hanno dato la terribile notizia è stato un duro colpo per tutti. Perché quella smentita, per quanto poco, ci aveva fatto sperare che le cose potessero andare per il meglio, perché la speranza non va mai persa. È la grande regola di Sara, moglie di Doriano Romboni che da 7 anni lotta affinché sia fatta giustizia sulla morte del marito. Così ci ha affidato il suo pensiero, pieno d’affetto, per la famiglia di Fausto Gresini.
“Avevo visto ieri sera, ma poi era arrivata la smentita - ci ha raccontato questa mattina - Poverino, quanto ha sofferto. Mamma mia. Sembra ieri che lo avevo davanti, mi spiace proprio tanto. Io speravo. Ho detto sai, magari ce la fa. Col tempo avevo capito bene che c’era poco da fare, però la speranza c’è sempre. Ieri sera mi sono detta dai, forse si sono sbagliati. Ma se era uscita questa notizia difficilmente c’era stata una progressione, un miglioramento. Ora sono a scuola, faccio sostegno. Ma rispondo sempre al telefono, perché spero sempre. Ho sempre la speranza. Vedi, da mamma so cosa vuol dire avere i figli che rimangono senza papà. È terribile. Io ho sentito Nadia (moglie di Fausto, ndr.) dall’inizio, ma con qualche messaggio, non volevo disturbarla ma farle solo sentire la mia presenza. Mi sembrava un atto dovuto, so cosa vuol dire. Una parola non costa niente, ma a volte può fare tanto. Io so solo che come pilota, come uomo e come ragazzo Fausto Gresini era una bravissima persona. Un bravo papà.
A me hanno aiutato tanto tutti, quando la notte non dormivo o la sera, quando avevo le bambine molto piccole. È una grande responsabilità. Sai, un papà o un marito, è tanta roba".
"Mi ricordo quando avevamo fatto una foto insieme per dedicare una tribuna a Doriano, andavo nel paddock per cercare di smuovere un po’ le cose, e lui si è sempre dimostrato molto disponibile. Una brava persona, anche con i suoi piloti è sempre stato molto garbato. Io sinceramente non l’ho mai visto fuori dalle righe, e con i suoi figli e sua moglie… mi si stringe il cuore.
Ed è cominciato a dicembre, ma poi gennaio, febbraio… È stata durissima. E poi penso che tutta questa esposizione mediatica sia stata una cosa atroce. Ed era anche difficile scrivere a Nadia, perché ogni tanto migliorava, ma poi c’erano le ricadute.
Io lo so perché anche mio padre, dopo sette anni di malattia, tre anni fa, è morto all’età di 68 anni dopo tante operazioni. È stato anche a casa mia con Doriano, che è stato un ragazzo d’oro. Mi ha sempre dato una mano, mi ha sostenuta. Però so cosa vuol dire quell’agonia senza fine in cui ogni giorno i medici ti dicono cose diverse.
Poi sai, credo che una pressione mediatica così forte, che ti tiene sotto i riflettori, alcune volte vorresti solo che non ci fosse. Vorresti solo vivere il tuo dolore. E scomparire, senza che nessuno ti chieda niente. Ma posso dire di avere solo un bel ricordo di Fausto e della sua famiglia”.