Doveva essere la stagione della rivoluzione in Formula 1, ma a parte il ritorno della Ferrari, che ha preso il posto della Mercedes come rivale della Red Bull, per il resto sembra cambiato poco o nulla a livello di gerarchie.
Basti pensare che alle spalle dei campioni in carica della Mercedes, tornati comunque competitivi almeno il podio, figura l’Alpine, in vantaggio sulla McLaren di quattro lunghezze ma staccata di ben 205 punti dal terzo posto a nove gare dal termine.
Esteban Ocon ha quindi alzato la voce: “È stato così anche nel 2017 e nel 2018. C’erano ancora i primi tre team, e poi gli altri lottavano nelle retrovie. Sento che siamo più vicini al punto in cui eravamo allora, ma è ancora troppo lontano. Bisogna avvicinarsi di più per avere un podio diverso, e anche vincitori diversi, a volte. Vediamo sempre gli stessi piloti tra i primi tre. Spero che con il tetto dei costi e un po’ di continuità regolamentare si chiuda il gap con le squadre che attualmente sono in cima alla classifica”.
Di recente, anche Toto Wolff aveva sottolineato il problema: "Credo che il motivo per cui le gare sono meno divertenti è che c’è troppo divario di prestazioni tra le squadre. Se Verstappen scompare in lontananza, le due Ferrari sono l’unico spettacolo della gara e poi ci troviamo in mezzo al nulla, nella terra di nessuno".
Gli aveva fatto eco anche Pierre Gasly: "Se guardiamo dalla quarta all’ultima posizione penso che siamo tutti molto vicini, ma i primi tre sono di un mondo diverso” ha dichiarato Gasly riferendosi alle prestazioni di Red Bull, Ferrari e Mercedes.
“Lo scorso anno in qualche occasione mi sono esaltato perché in qualifica riuscivo a stare davanti alla Ferrari, in alcune occasioni alla Red Bull o alla Mercedes. Ero consapevole che i tre top team erano più veloci, ma non così tanto da correre in un campionato a parte". Ormai è un coro...