In questi giorni Marco Melandri è stato al centro del dibattito sui social per essersi schierato contro il Green Pass. Un’ottima scusa per telefonargli e parlare del suo punto di vista sulla questione per arrivare alla MotoGP, dal ritiro di Valentino Rossi ai problemi di Franco Morbidelli, fino a Toprak Razgatlioglu che - secondo il ravennate - non andrà mai in MotoGP. “Tra portare la bimba a pre sciistica, fare la spesa e tutto sono un po’ incasinato - racconta Marco - Domenica Martina ha l’ultima gara con la mountain bike, così per divertirsi”.
Che sensazione ti da vederla fare una gara?
“Beh, adesso va pianino… Però mi piace. Mi piace soprattutto perché sono un gruppo di bimbi, tutti amici, lei si diverte un sacco. Sta in mezzo alla natura, adesso appunto sta iniziando anche lo sci di fondo”.
Prima di parlare di corse volevo farti una domanda sul Green Pass: hai scritto un post che ha fatto molto discutere.
“Non è un argomento di cui mi piace molto parlare, però ero così pieno che volevo sfogarmi. Come mi aspettavo poi, esponendomi contro il Green Pass i fenomeni da tastiera mi hanno additato con questa etichetta di No-Vax, ma è una cosa diversa. Credo che il vaccino debba essere una cosa intima, personale. Chi sente di doverlo fare va rispettato, ma anche chi non se la sente. Magari c’è chi ha paura o ha delle patologie che possono svilupparsi in maniere che non ci si aspetta. C’è anche chi ha avuto il covid e ha già gli anticorpi, che di fatto sono il modo in cui funziona il vaccino. Personalmente ho avuto il covid, ho un sacco di anticorpi e geneticamente sono predisposto ai trombi. Per questo non voglio fare il vaccino”.
C’è stato anche un botta e risposta di fuoco con Selvaggia Lucarelli.
“Non ne voglio parlare, non mi va di abbassarmi a certi argomenti”.
Parliamo di moto allora. Cosa ti aspetti da Misano? Una vittoria di Pecco?
“Beh, si. Lui non ha più nulla da perdere, il campionato ormai è andato. Lui deve solo attaccare e vincere. Quartararo correrà per la prima volta pensando solo a dov’è Bagnaia, non al campionato. Se anche dovesse arrivargli dietro non vincerebbe il mondiale, però ci andrebbe veramente vicino. Secondo me è la prima gara in cui Fabio correrà per il mondiale”.
Pecco non era molto contento ad Austin: il mondiale si è praticamente chiuso lì anche se ce l’ha messa tutta. Però la moto è andata più forte delle aspettative su quel circuito, almeno le nostre.
“La moto va forte su tutti i tracciati e con tanti stili di guida diversi, vuol dire che è la più completa. È vero anche che Yamaha adesso non può essere giudicata perché c’è solo Quartararo in piena forma. La Honda poi, a mio avviso, è sempre stata la moto più difficile di tutte. Non da adesso, lo era anche nel 2013. Però sicuramente la Ducati soffre un po’ le buche e i cambi di direzione”.
A proposito: a Misano chi arriva davanti all’altro, Franco Morbidelli o Marc Marquez?
“Ah, io direi Marquez. Franco Morbidelli ha fatto un intervento rischiosissimo. Io ho avuto quell’infortunio e il medico si è rifiutato di operarmi i legamenti crociati anteriori. Mi ha detto ‘guarda, io non te li opero, se vuoi lo vai a fare da un’altra parte. Posso farti solo il menisco’. Per la velocità la stabilità del ginocchio non è così importante come nel motocross, però per gli ultimi gradi di chiusura del ginocchio rischi di perdere tanto con l’intervento al crociato. Quindi a me non l’hanno fatto perché se avessi perso mobilità al ginocchio sarebbe stato un problema. Per Morbidelli secondo me non sarà una passeggiata”
A Misano Valentino Rossi correrà la sua ultima gara in casa. Tu come hai vissuto il ritiro?
“Il passaggio da MotoGP alla Superbike non l’ho visto come un ritiro, ma un’opportunità quando ho capito che in MotoGP non c’era più spazio per me e ho visto un’opportunità di rilanciarmi in Superbike e - dico la verità - penso di aver fatto più che bene. Però me lo ricordo bene. Quando annunci il ritiro ti togli un gran peso. Lì cambia tanto, ti scende tantissimo l’adrenalina e la pressione che tu stesso ti butti addosso. Poi con l’avvicinarsi dell’ultima gara dentro di te cresce una sensazione strana. Da una parte sei triste, perché smetti di fare una cosa che hai fatto per tutta la vita e che hai saputo fare molto bene, per quanto riguarda Valentino direi ancora di più. D’altra parte invece ti togli un peso, perché capisci che non sei più al posto giusto. Capisci che non riesci più a farlo così bene per diversi motivi e sei anche curioso di capire cosa possa offrirti la vita”.
Una rinascita.
“Si, e sei sicuramente impaurito perché non hai mai fatto nella vita altro che il pilota. Però sei curioso di scoprire cosa potrà succedere”.
Tu con le gare in bici sembri contento.
“Si, sto veramente da Dio. Ho scoperto la mountain bike quesi per caso, nel momento in cui ho deciso di smettere di correre. Mi diverto un sacco e quel poco di adrenalina comunque c’è sempre, anche se sono gare diverse. Mi basta a farmi stare bene senza avere pressione. D’altra parte cerco di tenermi del tempo per me perché quello, secondo me, ad oggi è il vero valore aggiunto”.
Chiudiamo con la Supebike: la lotta al mondiale è più spettacolare che mai e per la prima volta Jonathan Rea sembra arrivato al limite.
“È la prima volta che trova uno così. Con Bautista è stato diverso, Alvaro ha proprio buttato via il campionato. Lì Rea è stato fortissimo perché non ha mai mollato nella prima parte del campionato e poi ad un certo punto ha svoltato. Invece ora ha trovato un Toprak maturo, forte, cresciuto. Io lo dico da sempre che secondo me lui è uno dei più forti di sempre. Ha una sensibilità incredibile sulla moto e secondo me lo vincerà lui il campionato”.
Il ritorno in Ducati di Alvaro Bautista secondo te è un passo in avanti o uno indietro?
“La minestra riscaldata… non è mai buona. La moto non è più quella del 2019, non va più così tanto più forte. Lui secondo me torna un po’ in sordina. Andrà forte e magari si giocherà le gare, ma non lo vedo da titolo. Di sicuro non in palla come nel 2019”.
Effettivamente quando è arrivato in Superbike le cose erano diverse: debutto nel team ufficiale, moto nuova…
“La moto volava. Poi un po’ alla volta hanno tolto i giri, hanno appesantito le valvole perché i motori si rompevano… hanno fatto degli interventi ed ora il motore non ha più quel vantaggio che aveva all’inizio”.
Quindi Toprak Razgatlioglu sarà il prossimo dominatore?
“Secondo me si, anche perché credo che in MotoGP non possa andarci per una questione di sponsor. Lui è uomo Red Bull da sempre e resterà Red Bull perché Sofuoglu gestisce questa sponsorizzazione e Yamaha è Monster Energy. Altrimenti sarebbe già andato”.
Impossibile vederlo in Honda, in MotoGP?
“Si, praticamente impossibile. Toprak non è stupido e sa che la Honda è la moto più difficile del lotto”.