Finite la Nations League non sembrano placarsi le polemiche riguardanti alcune decisioni arbitrali. Sollevate in particolare dal tecnico del Belgio Roberto Martinez e dalla stampa spagnolo è stato messo sotto accusa il buon senso dei direttori di gara rei di aver fischiato un rigore “molto dubbio” all’Italia e convalidato un gol in netto fuorigioco a Mbappè. Neppure di fronte ai replay e all’evidenza delle decisioni corrette) le due Nazioni hanno fatto dietrofront. Piuttosto che fare autocritica sulle loro sconfitte, hanno ribadito ulteriormente come i presunti errori abbiano falsato finale e finalina. Abbiamo chiesto all’attuale commentatore tecnico arbitrale di Dazn Luca Marelli cosa ne pensasse al riguardo.
Che ne pensa delle scelte arbitrali così discusse?
Le prestazioni sono state buone, si può discutere sul regolamento ma non c’è stata una decisione sbagliata. Non c’è nulla da eccepire sul risultato finale
Prima il Belgio poi la stampa spagnola, come mai continuiamo ad accusare gli arbitri?
Non voglio credere che Martinez non conosca il protocollo, ma chiedersi perché non sia intervenuto il Var mi è rimasto il dubbio. Si poteva chiedere tutto tranne quello. La stampa spagnola è oggettivamente drammatica, per quanto riguarda la logica può essere discutibile ma dal punto di vista del regolamento non c’è alcun dubbio. È un’interpretazione che non piace nemmeno a me da quando è stata portata avanti nel 2008 dopo il derby tra Juventus-Torino dove segnò in maniera simile Trezeguet. Però non si può discutere una regola che esiste, possiamo dire non mi piace. In Spagna si tende a scrivere per riuscire ad arrivare nell’interesse della gran parte delle persone.
Come commenta le dichiarazioni di Wenger che nel 2022 il fuorigioco verrà stabilito in maniera automatica come la goal line technology?
Vorrei vedere come potrà essere applicata, la valutazione attivo/passivo può essere solo umana. Ci sono mille aspetti da considerare non è come nel tennis che il fuori lo decide una linea. La ritengo una sparata delle sue. È stato un grandissimo allenatore ma sul regolamento ne sta dicendo di tutti i colori.
Si possono migliorare “le regole del fuorigioco”?
Al momento è strutturato in maniera perfetta. Lo trovo assurdo infatti che ci sia una sperimentazione di qualcosa di diverso. Creare problemi su un problema risolto lo trovo abbastanza stucchevole. È come se avessimo una lavastoviglie che funziona perfettamente e decidiamo di cambiare un circuito perché va troppo bene.
Come giudica la proposta di Pioli sul tempo effettivo nelle partite?
Sono parzialmente d’accordo, lo introdurrei soltanto nel tempo di recupero. Effettivamente dopo il novantesimo troppo spesso non si gioca proprio. Anche a livello regolamentare sarebbe poco complesso, il gioco effettivo su novanta minuti è folle, le partite durerebbero cinque ore e ci sarebbero polemiche infinite. È quella più applicabile nel calcio, l’errore peggiore è confrontarlo con basket o football americano. Ogni sport ha la sua specificità. Se dovessimo interrompere il tempo ogni volta che il pallone esce fuori dalle linee laterali quanto giocherebbero?
Valeri e Doveri a partire dal 2022 non saranno più arbitri internazionali e faranno spazio a Chiffi e Pairetto, un bel passaggio di testimone…
Una scelta corretta e molto coraggiosa. Non dobbiamo commettere però l’errore di pensare che Valeri e Doveri sono inferiori a chi subentrerà. Sono molto più preparati in questo momento. Chiffi e Pairetto sono ragazzi giovani e di prospettiva, l’Italia deve costruire una classe arbitrale nuova a livello internazionale. Lo saranno tra qualche anno, ma è giusto così.
Che ne pensa invece del coming out dell’arbitro inglese James Adcock, il tabù calcio è finalmente crollato?
Voglio essere onesto, non mi interessa. È la sua vita privata, chi se ne frega. Siamo arrivati al punto in cui bisogna lodare qualcuno che fa coming out… sono affari suoi. Che un calciatore abbia preferenza di un uomo o una donna non mi importa. A cosa serve alla fine saperlo? Ognuno fa quello che vuole, a me interessa solo quello che succede in campo. Non perché abbia disinteresse nel problema, ma prima o dopo il coming out per me è la stessa identica cosa.
Domenica c’è stato l’ennesimo episodio di violenza su un arbitro nei campi dilettantistici, come ne usciamo?
Credo che l’unica soluzione siano applicare le regole del giudice sportivo. In generale bisogna applicare norme severe, l’Italia è una Repubblica fondata nella rieducazione e il reinserimento del reo, la pena non deve essere punitiva. Questo vale sia nel campo ordinario che sportivo. Però bisogna essere severi, a me sta bene che l’allenatore si sia scusato, ma non devono essere oggetto di valutazione giuridica. Chi ha sbagliato deve pagare, è un’aggressione e ci deve essere una denuncia e un procedimento penale. Forse in quel modo una persona ci penserà cinquanta volte.
L’allenatore che ha colpito con un pugno l’arbitro ha preso 5 anni di squalifica e ha detto di voler uscire dal calcio…
Va benissimo. È una scelta sua anche se per cinque anni non potrà farne parte. Sono dell’idea che quando sarà libero di tornare se qualcuno gli affiderà un incarico. Sono contro le squalifiche a vita tranne in certi casi. Sono avvocato, sono entrato all’università che ero favorevole alla pena di morte e sono uscito che ero contrario all’ergastolo. Bisogna rieducare, un pugno è grave ma quando rientrerà mi auguro che potrà essere di esempio.