La Nations League non è stata soltanto il record storico della Francia che alzando il trofeo è diventata la prima Nazionale a vincere quattro titoli differenti (Confederations Cup, Europei e i Mondiali), ma anche quella dell’ennesima dichiarazione fuori luogo di qualche calciatore. Il portiere belga Thibaut Courtois si è lasciato andare ad alcune parole al veleno nei confronti della UEFA e del suo presidente Ceferin accusandoli di aver creato un’inutile competizione soltanto per il gusto di fare cassa. Questo costringerebbe i calciatori a danneggiare la propria salute in quanto, costretti a un logorio fisico eccessivo, disputerebbero troppe partite di seguito senza giorni di riposo. Sì lo ha detto davvero. Sì era pure serio quando lo ha detto. In realtà noi però lo capiamo…
Alla fine povero Courtois viaggia in giro per l’Europa con il Real Madrid, va dall’altra parte del mondo con il suo Belgio, si allena praticamente cinque giorni su sette e la domenica gioca. Non è facile trovare riposo quando, mediamente, lavori 25 ore a settimana, lunedì escluso. È difficile mandare avanti la propria famiglia con soli sette milioni e mezzo l’anno bonus e sponsor esclusi. Tutto questo giocando a calcio. È vero, i giocatori smuovono l’economia? Sì, è giusto che guadagnino così tanto? Probabilmente sì, sono delle macchine-bioniche? No. È però inammissibile fare uscite del genere, per giunta sperando di ottenere anche consensi mediatici. Il numero uno dei Blancos dovrebbe dirlo di fronte a una schiera di operai in sciopero che lottano per qualche ora in più di lavoro, oppure davanti a un giovane che si fa un culo quadro per 16 ore il giorno per costruirsi un futuro. Non dimentichiamoci che poi, sono queste persone che, in massa, pagano i loro stipendi faraonici. A tal proposito è intervenuto il presidente dell’Assoallenatori ed ex tecnico di serie A Renzo Ulivieri.
“Uomo del pueblo”, ci ha pensato lui a consolare il portiere del Belgio: “Courtois è stanco? Io sto a San Miniato, ci sono tante concerie da queste parti, questa è gente che lavora davvero, chieda a loro cosa sia la fatica”. Può darsi che spesso tendiamo a essere superficiali generalizzando (e spesso anche rosicando) sul lavoro dei calciatori dicendo che giocano soltanto a calcio. Il problema è che è proprio così. “Se non gli garba giocare a pallone… capisco la fatica fisica ma suvvia, bisogna pensare a chi fatica davvero. Può capitare lo stress, che non ce la si faccia qualche volta a recuperare ma insomma: se sorridi, e credo che questo sia un lavoro in cui rientra il sorriso tante volte, ecco non sono d’accordo. Ci pagano per giocare a pallone, rendiamocene conto” ha poi continuato Renzo Ulivieri. Un’altra persona che ha confermato quello che un po’ pensiamo tutti è un ex calciatore di fama mondiale che ha vissuto e vive economicamente proprio grazie al calcio.
L’ex stella mondiale dell’Olanda Rafael Van der Vaart che non si è peritato a sottolineare quanto sciocco sia stato il suo intervento: “Lasciategli restituire metà del suo stipendio e allora avrà diritto a sei mesi di ferie. Si gioca solo a calcio e i club pagano un sacco di soldi, è stato un piagnucolone”. È proprio il caso di dirlo, lasciamo che il potere mediatico di questi fuoriclasse venga usato per scopi benefici e solidali, per combattere il razzismo, la disparità sociale e tutte le questioni relative alla solidarietà. Perché non c’è posto per i Robin Hood di turno, non abbiamo bisogno delle loro lagne e non siamo disposti neppure a un minimo di comprensione. E quando fanno come Thibaut Courtois… beh, perdono una bella occasione per stare zitti.