Era la soluzione, l’immediata e attesa risposta ai problemi economici dei top club europei in bolletta ormai da anni. La Superlega, l’ormai celebre Superlega, invece sembra essere una specie di anatema per le squadre che hanno creduto nel progetto, che hanno provato a difenderlo mentre le inglesi si tiravano subito indietro - sotto minaccia del governo Johnson e delle tifoserie pronte ai boicottaggi - e che continuano a farlo, nonostante le minacce di sanzioni dall’Uefa. Barcellona, Real Madrid, Juventus, i tre club fondatori della lega alternativa alla Champions League, con un montepremi potenziale da sette miliardi di euro. Dalla primavera di due anni fa, o poco dopo, si sono succeduti una serie di scandali di pesanti proporzioni per i club interessati, soprattutto per Juve e Barça, ma anche il Real Madrid non se la passa benissimo, alla voce debiti, con circa 967 milioni di euro di esposizione verso le banche. Il primo tempo dell’udienza preliminare si è chiuso lunedì mattina, il secondo si giocherà il 10 maggio, sull’inchiesta Prisma della procura di Torino a carico della Juventus, con la decisione sul rinvio a giudizio di 12 tra dirigenti e amministratori della società bianconera, accusati di reati finanziari, tra cui false comunicazioni sociali, false comunicazioni rivolte al mercato, aggiotaggio, partendo dall’ex presidente Andrea Agnelli, il vice presidente Pavel Nedved, l'Ad Arrivabene e Fabio Paratici (che sarà costretto a rinunciare al suo ruolo di direttore sportivo del Tottenham, visto che la Fifa ha confermato di aver esteso a livello globale le inibizioni inflitte dalla Figc). Ci sarà chiesto di pronunciarsi sulla competenza territoriale: l'eventuale processo potrebbe restare a Torino, oppure, come chiede la Juve, spostarsi a Milano o a Roma. Nel frattempo, sul fronte della giustizia sportiva, la Juve attende entro pochi giorni l’esito del ricorso sulla penalizzazione di 15 punti per la vicenda plusvalenze e per il percorso del secondo filone sportivo relativo alla “manovra stipendi”, sulla base della documentazione arrivata dalla procura di Torino per l’inchiesta Prisma. Senza dimenticare che l’Uefa a dicembre ha aperto un’indagine, sempre sulla base dell’inchiesta Prisma, per potenziali violazioni delle norme sulle licenze per club e per il Fair Play Finanziario: il club torinese aveva sottoscritto un accordo con l’Uefa per il rispetto dei parametri, sulla base di bilanci che, secondo la procura di Torino, sarebbero stati alterati dalla dirigenza juventina.
Sin qui le peripezie giudiziarie della Juventus, su cui c’è l’aggravante della quotazione in Borsa, con danni agli azionisti ma anche il Barcellona è nei guai: i debiti sono sempre stabilmente oltre il miliardo di euro, il club ha già venduto una fetta dei ricavi dalla vendita dei diritti tv a un fondo privato per reperire immediata liquidità. E c’è l’Uefa che vuole andare a fondo sulla vicenda legata ai pagamenti del club nei confronti dell’ex vicepresidente degli arbitri spagnoli, José Maria Enriquez Negreira. Il massimo organo europeo ha annunciato l'apertura di un’indagine - il Real Madrid che si è costituito parte civile - su una "possibile violazione del quadro giuridico", riguardo il contesto dello scandalo nato dall'inchiesta della magistratura spagnola sui versamenti di soldi del club catalano alla società dell'ex vicepresidente degli arbitri spagnoli. Secondo la giustizia spagnola, per tre anni, tra il 2016 e il 2018, il club catalano avrebbe pagato quasi 1,4 milioni di euro a una società privata riferibile a Negreira, che all'epoca dei fatti era il vice presidente del Comitato tecnico degli arbitri. Insomma, guai seri. Il Barcellona, come la Juventus d’altronde, rischia l’esclusione per qualche anno dalle coppe europee, mentre entro pochi giorni è atteso anche il parere, decisivo e non più contestabile, della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul format varato nella primavera del 2020 - la Superlega, appunto - e poi svanito in poche ore.
L’azione legale vede i club fondatori contro l’Uefa, accusata di violare la normativa anti-trust impedendo ai club di dare vita a una nuova competizione, minacciando le società (e i calciatori delle società) di essere estromesse dalle competizione di Uefa e Fifa - quindi coppe europee, Mondiali, Europei, Nations League) qualora avessero aderito alla Superlega. Nella disputa legale, un tribunale spagnolo aveva inizialmente dato ragione ai tre club “separatisti”, poi è stato accolto l’appello di Uefa e Fifa, con sentenza rovesciata, ovvero mani libere su punizioni ed esclusione dalle Coppe. Qualche settimana fa, in attesa dell’ultimo giudizio della Corte Ue, un altro tribunale spagnolo ha deliberato a favore delle tre società, proibendo a Fifa e Uefa di procedere alle sanzioni ai danni dei club fondatori della Superlega, che non dovrebbero neppure vedersi ostacolati nella creazione di una nuova competizione.